Le origini di San Michele

 

Il territorio di San Michele al Fiume si estende, quasi interamente, su uno dei terrazzi fluviali alla sinistra del Cesano. La doppia fila di crinali, che degradando accompagnano il fiume fino alla foce, forma nella nostra zona una piccola valle delimitata dai colli mondaviesi, orcianesi e dalla contrada Valdiveltrica.

L’antico Rio di San Michele che da Orciano, attraversa il territorio mondaviese e arriva al Fiume, unitamente al titolo della chiesa demolita nel 1933, richiama le origini longobardiche dell’abitato, sviluppatosi con continuità a partire dagli inizi del XX secolo. Ma, come vedremo, uomini e animali hanno popolato la nostra zona fin dalle più remote epoche.

I primi abitatori; il bos suasanus ed altri ritrovamenti preistorici

Le radici del nostro albero genealogico arrivano fino ad oltre un milione di anni fa, con la comparsa in Italia dei Protantropi, la cui presenza, nella nostra zona sarebbe testimoniata da due grossi “choppers” rinvenuti in una ripa del Cesano, all’altezza del 16° chilometro della strada Pergola-Marotta (1). Nello stesso deposito sono stati trovati anche altri utensili attribuibili al Paleolitico Inferiore e Medio.

In prossimità di questo luogo, precisamente, alla confluenza del Rio Freddo e del Rio Maggio con il fiume Cesano, sono stati ritrovati frammenti ossei fossilizzati sia di animali sia umani; selci lavorate, cocci di rozzo vasellame, residui di antica combustione, attestanti una continuità dello stanziamento umano attraverso la Preistoria. Agostino Monti, nel 1878 presentando il risultato delle sue ricerche nella valle del Cesano, scriveva: “Moltissimi altri reperti litici (lance, giavellotti, coltelli, seghe, raschiatoi, etc..) furono rinvenuti – fra le altre località – a San Michele al Fiume”

Il cranio del bisonte fossilizzato, rinvenuto molti anni or sono nella nostra zona, è stato giudicato “di grande importanza scientifica e fra i meglio conservati” dal Prof. Benedetto Scala, titolare della Cattedra di Paleontologia dei Vertebrati all’Università di Torino.

Tale reperto viene fatto risalire all’ultima o alla penultima Era Glaciale (da 50.000 a 500.000 anni fa, circa).

Nell’area sunnominata sono stati anni fa ritrovati anche il teschio di un altro animale ed un corno, con attaccata una porzione di cranio, appartenente ad altro esemplare di Bos.

Fonte: 1) G.Damiani “Generi del Territorio e Preistoria” in “Castelleone”.

 

                                                                                                                         Giuseppe Pierangeli

 

San Michele al fiume: le origini
Il primo Carnevale di San Michele nel 1974

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