UN ISOLOTTO DI GHIAIA SPUNTA ALLA FOCE DEL MISA
Non crediate che si tratti di una cosa nuova. Ne parlava già Domenico Paoli, illustre studioso dell’Ottocento, in “Della corrente, del livello de’ mari, della genesi delle rocce granitiche; Memorie tre”, Pesaro, Ed. Nobili, 1849, pp. 27-30.
“Non meraviglia che il lido di Venezia, volto a sud-est, presenti un deposito di sabbie alla sua sinistra”, perché questo “dipende dal vento di scirocco. Tutte le palificate, tutti i moli armati dello Stato Romano offrono un adunamento di sabbie a destra, le quali ivi si ammassano ed ingombrano la riva in modo che da questa parte essa si vede molto più inoltrata che alla sinistra, ritraendosene il mare. E se questo si presenti in qualche particolare situazione, è facile darsi la spiegazione senza rinunciare al principio generale. Ciò è quanto si conviene per l’appunto al porto di Sinigallia. Il fiume Misa, da cui quel porto viene costituito, non avendo che poca velocità e conducendo una ghiaia alquanto grossa, quelle acque non hanno forza di portarle al largo, depositandosi esse invece al primo incontrare le acque del mare, perchè la foce del fiume stesso viene a essere ingombra. Ché se da questa ghiaja si vede formarsi un notevole deposito immediatamente alla sinistra di quel molo, questo principalmente si debbe ai venti di levante, anziché a quegli di scirocco, da cui quel porto è difeso mercé i monti di Ancona e Conero.
Forse il moto radente delle correnti, il quale ivi non incontra ostacolo ne’ venti sciroccali, ha qualche influenza su quel porto; ma
certo non può accagionarsi esso di quel deposito, constando questo di grossa ghiaja che la corrente litorale non potrebbe in verun modo rimuovere. Può bensì probabilmente ascriversi ad esso […] che quel porto, al contrario di ciò che presentano tutti gli altri della costa medesima, il mare perda terreno più alla sinistra che alla destra, sebbene la differenza non sia che di pochi metri.
Mostrasi nel porto di Sinigallia una qualche influenza del moto radente, e ciò solo perché in esso non viene superato dall’azione
de’ venti. E che veramente vada così si può rilevare pure da questo, che il Cesano e la Penna, ramo od emissario del Misa, che sboccano in mare, questo in prossimità di Sinigallia, l’altro a tre miglia a ponente, […] anzi che rivolgere le loro foci a sinistra, come il Montanari avverte degli altri e come realmente si osserva, mostrano tendenza a piegare alla destra. Ed alla manca si forma quello scanno ricordato; […] ma però in tal caso di assai minor massa che negli altri, ove esso viene all’opposto formato dalle materie adunate dall’azione de’ venti”.
Se una novità c’è nella formazione di questo isolotto, è che si era prevista quando si pensò a separare il porto dal canale: nessuno più si sarebbe più dato pensiero di dragare la foce.
a cura di Leonardo Badioli