Giorgio Mercuri entra nella Collezione Cavallini – Sgarbi
Un prestigioso riconoscimento per l’artista senigalliese
L’artista senigalliese Giorgio Mercuri, da noi intervistato domenica scorsa in occasione della visita alla sua mostra “Il pane nostro”- imperniata sul tema del pane descritto da S. Francesco nei famosi Fioretti – a cura del critico Andrea Carnevali presso gli ex Magazzini del sale, attualmente sede degli Uffici IAT al porto di Ancona, ci ha comunicato a sorpresa con vera gioia e malcelato orgoglio che alcune sue opere sono state segnalate recentemente al famoso critico e storico dell’arte prof. Vittorio Sgarbi dalla EA Editore. Dopo un’accurata selezione, in particolare due suoi originali e cromatici lavori, acrilici su tela, sono così entrati a far parte della prestigiosa e ricchissima Collezione “Villa Cavallini Sgarbi”, in mostra permanente nella storica dimora di Ro Ferrarese dove Ludovico Ariosto compose l’Orlando furioso. La selezionata raccolta di opere da visionare ed ammirare è stata pubblicata anche nello specifico volume d’arte “Gli Artisti nella Collezione Sgarbi” da Effetto Arte editore di Palermo.
Ci complimentiamo fin d’ora, pertanto, col nostro estroso e poliedrico artista di Senigallia, già presente nel 2011 alla 54^ Biennale di Venezia curata da Vittorio Sgarbi, per il meritato riconoscimento critico a livello nazionale che attesta e conferma la validità del suo impegno stilistico, l’originalità del suo percorso artistico ed il pregio qualitativo della recente produzione.
Anche nei suoi ultimi paesaggi del 2017 realizzati in acrilico su tela (riproposti e visibili peraltro nello SpazioArte della Fondazione A.R.C.A di Senigallia in via Fratelli Bandiera) che catturano subito l’occhio attento del visitatore per la forte cromaticità, l’intensità delle forme e della luce, le linee dolcemente sensuali e con particolari segni grafici dal misterioso richiamo erotico, caratteristiche importanti e basilari dello stile dell’artista marchigiano, Giorgio Mercuri rielabora e reinterpreta la bellezza della natura e della campagna marchigiana – come poeticamente con le raffinate stampe in bianco e nero faceva il grande maestro e conterraneo Mario Giacomelli – sperimentando con mano sicura ed utilizzando con straordinaria abilità compositiva la tecnica del “Color field painting”.
A cura di Vincenzo Prediletto