Foto Leopoldi e i suoi ottantacinque e più anni di scatti

 

Foto Leopoldi: 85 anni di scatti
Edmo, Emma ed Amleto Leopoldi

Foto Leopoldi: la licenza ufficiale è del luglio 1930, ma l’attività era cominciata molto prima, dice Edmo Leopoldi, al presente decano della fotografia senigalliese: abbiamo foto scattate da noi fin dal 1925. E già questo dovrebbe bastare a illustrare gli oltre ottant’anni di una impresa familiare, prima artigianale poi sempre più commerciale data l’evoluzione dei sistemi di riproduzione da quell’epoca a oggi: soprattutto se pensiamo a quanto dura oggi la ragione sociale di un’impresa. Non per nulla ci tengono molto, lui e Emma (scomparsa di recente dopo aver lottato a lungo contro una malattia), a celebrare le nozze (di diamante o di quale metallo non so) della loro professione. Rammentano la dinastia: da un Leopoldo Leopoldi che fu direttore della Gazzetta Misena, a suo figlio Amleto, capostipite nella professione, uomo estroso e carattere anche lui fumantino: nel foglio di congedo militare era segnalato come “artista cinematografico”.

Non so se in altre professioni ci sia stata un’evoluzione minimamente paragonabile a quella che ha investito il mondo della comunicazione per immagini. Cambiamento di tecniche, di stili, di mentalità: cambiamento anche di scopi e di modi della rappresentazione. “Ti ricordi Scarpon?” mi chiede Edmo con qualche titubanza nel parlare di un uomo venerato nella memoria come il prete del Portone. “Ero pronto con la macchina dentro la chiesa per fare le foto a un matrimonio. Sparo il lampo al magnesio che serviva da flash, che fa una luce vivissima e un rumore, una specie di fffom. Al prete salta il libro dalle mani e viene la mosca al naso. Si volta verso i fedeli e si mette a inveire: – Ma insomma! Avete preso la chiesa per un teatro del varietà? – . Capirai adesso: il fotografo a un certo punto s’impadronisce degli sposi e li porta in qualche posto lontano per girare il servizio fotografico: così facendo poi guasta la cerimonia. E poi come la mettono la sposa? Un gran decolté, una gamba qua, una gamba là! Io dico che negli eventi importanti ci vorrebbe una certa dignità…”

Mentre Edmo racconta poso gli occhi ad ammirare la loro galleria, e mi soffermo sul ritratto sorridente – severo di Emma quando ancora non era una signora. “Questa foto l’ha fatta Ferroni”.

La bottega Leopoldi ai primi tempi della Scuola del Misa era porto sicuro per i patiti della fotografia. Cavalli, Ferroni, Carafoli erano tutti dediti all’approfondimento delle tecniche fotografiche e quasi correvano per venire a riferire di una certa grana finissima che avevano ottenuto o di un certo accorgimento che volevano adottare; e anche Mario Giacomelli si fermava pressoché tutti i giorni, prima di passare da Angelini, lui che della tecnica fotografica sembrava (e sottolineo “sembrava”) fare a meno a vantaggio di un’espressività più immediata.

E poi il discorso cade sul suo archivio di immagini senigalliesi: me lo mostra, una serie di fotografie la più parte delle quali è ormai nota ai repertori di questa città. Immagino però che lui possieda nel retrobottega una grande quantità di negativi da stampare e da riordinare. Immagino che vi sia documentata la storia senigalliese lungo questi ottant’anni, ma Edmo mi spiega che non è così. Perché lui non metteva da parte le fotografie, e quelle che sono rimaste si possono consultare negli archivi dei giornali. C’è stata distruzione, anche, perché nel dopoguerra più di uno ha cercato di togliere il fez dalle sue fotografie, e le sue fotografie dall’archivio di Leopoldi, addirittura.

Ma il Leopardo d’oro, il Nettuno d’Argento, il Premio Puccini, la Festa del Duca? e i personaggi che vi erano premiati, Ave Ninchi, Corrado, la Baudetti… Edmo ride perché non vuole trovarsi d’accordo con me sul fatto che debba esserci il mondo in quei negativi. Guardo intorno gli oggetti che sono in vetrina, in gran parte digitali, e penso che sia una buona fortuna che abbiano figli che li sanno trattare. Adesso il negozio è una generazione più avanti di loro: ci sono un nuovo Amleto, che segue il negozio, e poi ci sono Laura e Francesco. Ci sarà di sicuro una nuova occasione, un nuovo anno tondo in cui festeggiare questa impresa familiare che continua.

 

Leonardo Badioli

2 thoughts on “Ottantacinque anni di scatti

  1. Anche questa importante realtà ha smesso di esistere. Peccato. Un altro pezzo di storia che se ne va…Da cittadina era tappa fissa andare per il corso e fermarsi nella bacheca di Leopoldi a guardare le ultime fotografie esposte. Edmo meriterebbe un riconoscimento di valore da parte della Cittadinanza per il lungo ed egregio lavoro svolto per la città.

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