Se turismo significa deturpare gli ecosistemi naturali
di Daniele Fattorini
Il Beach Cross, l’evento di cui proprio non si sentiva il bisogno, approda nuovamente a Senigallia nel lungomare di ponente. Per tre settimane la spiaggia di velluto, un patrimonio della collettività, verrà deturpata ed inquinata da motociclette per il divertimento di pochi, laddove le ruspe hanno già abbondantemente devastato diverse centinaia di metri quadrati di ecosistema costiero. Qualcuno è convito che il Beach Cross rappresenti una opportunità dal punto di vista turistico che possa giovare alla città, probabilmente ne è convinta l’amministrazione che ha deciso di patrocinare l’evento, di mettere a disposizione mezzi e servizi (a spese dei cittadini), di disporre modifiche temporanee alla viabilità, di ignorare completamente il disagio di molti cittadini. Non solo, perché l’amministrazione di Senigallia ha deciso di ignorare anche coloro che hanno chiesto di vagliare soluzioni alternative, per non aggiungere ulteriore disagio in una zona che già ospita altri eventi durante l’anno.
La realtà è che il Beach Cross è qualcosa di profondamente sbagliato. Le motivazioni sono anche piuttosto semplici: chi risiede nella zona del lungomare di ponente è costretto a respirare gas di scarico ed a sopportare il rumore per settimane. E per quanto riguarda l’ambiente, si tratta di un evento che produce inquinamento atmosferico, del suolo e del mare, rifiuti, modifica e deturpa il paesaggio naturale, destabilizza e mette in serio rischio il delicato ecosistema costiero e tutte le specie autoctone animali e vegetali tipiche delle dune naturali presenti nel litorale. Le dune naturali rappresentano elementi geomorfologici in grado di fornire sabbia alla spiaggia antistante, sono dei veri e propri serbatoi sedimentari. Costituiscono un ostacolo naturale in grado di contrastare l’innalzamento del livello del mare e le mareggiate non eccezionali, e di difendere la vegetazione retrostante dall’aerosol salino generato del moto ondoso. Rivestono un ruolo strategico, quale riserva di acqua dolce, nel contrastare l’intrusione del cuneo salino. Da un punto di vista ecologico, le dune delle coste sabbiose sono tra gli ecosistemi più vulnerabili e minacciati dalla pressione antropica e destinati a scomparire se non adeguatamente protetti.
Forse qualcuno ritiene questi aspetti non così importanti, relegandoli a “capricci dei soliti ambientalisti”, ma la realtà è che viviamo in un paese che aderisce alla “Convenzione per la protezione dell’ambiente marino e della regione costiera del Mediterraneo (Legge 175/1999), che indica tra gli obblighi per gli Stati contraenti, quello di promuovere una gestione integrata delle zone costiere tenendo in considerazione la protezione delle aree di interesse ecologico e l’uso razionale delle risorse naturali. Il piano d’azione degli Stati contraenti prevede, tra le altre cose, di proteggere l’ambiente marino costiero della regione Mediterranea, valutarne e controllarne l’inquinamento, preservarne la biodiversità e promuoverne uno sviluppo sostenibile, di garantire una gestione durevole delle risorse naturali, marine e terrestri, ed integrare l’ambiente nello sviluppo economico e nella pianificazione del territorio, di comprendere le relazioni intercorrenti tra le risorse costiere, il loro uso e gli impatti reciproci dello sviluppo e dell’ambiente.
Il Beach Cross è qualcosa di profondamente sbagliato perché incarna in se il concetto che per favorire il turismo, la città di Senigallia debba necessariamente prostituire le proprie risorse naturali e paesaggistiche, offrendole, di volta in volta, al miglior offerente. E’ sbagliato perché antepone gli interessi ed il divertimento di pochi, al benessere ed alla salute di molti cittadini. E sbagliato perché offre una visione del tutto miope sull’importanza delle risorse ambientali e naturali del territorio e delle grandi opportunità che potrebbero scaturire dalla loro preservazione, anche in un’ottica turistica.
L’augurio è quello che chi amministrerà Senigallia in futuro possa essere più lungimirante di chi ha preceduto, sostenendo ed avvantaggiando un turismo ecosostenibile e promuovendo attività atte alla preservazione delle risorse naturali e paesaggistiche del territorio, tenendo a mente che la salute dell’ambiente è strettamente legata alla salute ed al benessere delle persone.
Ho letto con molto interesse l’articolo in oggetto , scritto da Daniele Fattorini,
desidero complimentarmi con lui per la grande sensibilità con la quale ha trattato l’argomento.
Molto, molto bravo!!!!!!!!!! Grazie infinite .
Gentilissima Antonietta,
grazie a lei per le parole di apprezzamento. Sono profondamente convinto che in periodo come quello attuale, nel quale viviamo un progressivo e generalizzato impoverimento economico, culturale, sociale, il patrimonio naturalistico dei nostri territori rappresenti una tra le poche risorse in grado di invertire la tendenza, se correttamente gestita. L’ambiente e le risorse naturali non dovrebbero essere solamente preservati e protetti, ma al contempo valorizzati. Per farlo, occorre sensibilizzare maggiormente all’importanza di ecologia, biodiversità e funzioni ecosistemiche, concetti, purtroppo, perlopiù sconosciuti a molti. Buona giornata, Daniele.
Daniele le tue sono parole sante. Dobbiamo rispettare la natura per rispettare noi stessi.