Per i Lombardi alla Fenice e al mare con Giuseppina
due lettere
Testo a cura di Leonardo Badioli
1.
Scrive da Parma per dettare le condizioni della sua venuta:
Parma, 30 maggio 1843
Carissimo Poggi,
un po’ tardi riceverai risposta alla tua perché, speditami da Piacenza a
Parma mentre io ero assente, è stata per alcuni giorni ferma in posta.
Sento con piacere che si facciano i Lombardi a Sinigaglia, perché
credo che con Porto si formerà un complesso eccellente. In quanto a
me ti dico senza complimenti che io non potrò venire a Sinigaglia se
non ho il compenso di lire austriache 1000 mille. Comunque sia, o
venga o non venga, io raccomando a Lanari che non risparmi di fare
un’aggiunta ai Cori e non faccia economia nelle altre spese che così
forse ne avrà un interesse maggiore.
Ho intenzione di mettere in fa l’ultimo slancio del finale secondo
soltanto dove passa in tono maggiore. Parmi che diverrà meno faticoso
e più potente perché tutti quei si acuti diverrebbero la, e questa nota è
d’un effetto straordinario per la signora Erminia.
Scrivimi in proposito perché lo accomodo in quello spartito. Oggi
parto per Milano.
Mille cose alla signora Erminia e credimi
l’amicissimo
G. Verdi
P.S: Caso mai Lanari concedesse quanto ti chiedo t’avverto che non
potrò fermarmi a Sinigaglia che 15 o 16 giorni.
(Archivio Biblioteca Antonelliana Senigallia, Fondo Nuovo Archivio, busta 909, n.8)
2.
Scrive all’amico Luigi Toccagni del suo arrivo Senigallia:
Senigallia, 14 luglio 1843
«Sono a Sinigallia finalmente dopo un maledettissimo viaggio lungo, incomodo e dispendioso, con la noia nel cuore, bestemmiando e maledicendo alla mia professione, ai cantanti, agli impresarj ed alla mia imbecillità soprattutto che mi fa compiacente quando appunto non dovrei esserlo.
Una visita al mare, che è la persona più cara, la più simpatica, la più grande del mondo. Domani voglio (se non piove come oggi) fare maggiormente conoscenza, e voglio gettarmivi dentro, ben s’intende, a farmi un bagno.
Del rimanente in Sinigallia non c’è sito da passare un’ora: figuratevi jeri sera ho dovuto digerirmi tutta la prova del Bravo che sarà la prima opera di questa fiera. La fiera non è ancora cominciata, e non vi sono che i discendenti dei Galli Senoni, e Noi virtuosa canaglia.
Il teatro è bellissimo, ed elegantissimo; orchestra buona e buoni cori.»
(Giuseppe Verdi, Lettera all’amico Luigi Toccagni, Istituto di Studi Verdiani, Parma)
L’opera I Lombardi alla Prima Crociata, rappresentata per la prima volta alla Scala di Milano il 17 febbraio 1843, fu poi replicata il 23 luglio a Senigallia, in piena Fiera della Maddalena, sotto la direzione dello stesso autore. Verdi si trattenne quindici giorni e abitò in Via del Teatro n. 275, nel palazzo Ferroni Frati sopra porta Ancona. Per la direzione dell’orchestra ricevette le mille lire che aveva richiesto. Gli interpreti furono il soprano Erminia Frezzolini, il tenore Antonio Poggi e il basso Carlo Porto.
Nel celebrare l’Anno Europeo della Musica, nel 1985, L’Istituto di Studi Verdiani di Parma apre il suo archivio. “Qualcuno poi credette di aver visto i due [Verdi e Giuseppina Strepponi] insieme a prendere sole e bagni tra fine luglio e i primi di agosto a Senigallia, in tempo di fiera. Il maestro aveva raggiunto la ciottadina balneare per allestirvi il Lombardi cantati da Erminia Frezzolini e dal suo geloso marito, il tenore Antonio Poggi, per il quale Verdi aveva approntato una nuova versione della cabaletta «Come poteva un angelo» dell’atto secondo. Non sappiamo se la Strepponi fosse in loco, potrebbe anche darsi. Tra l’altro, gli spettacoli erano organizzati da Alessandro Lanari, un impresario per il quale Giuseppina lavorava da tempo. E poi – questo ad uso dei malvagi – potrebbe avere accompagnato il maestro al fine di controllare il suo comportamento con la Frezzolini, una delle cantanti di cui si chiacchierò per i suoi rapporti con Verdi. Quanto all’esito della prima serata fu straordinario. Verdi, salutato come «la speranza della nostra Italia», ne trasse nuovo credito”.