Regeni e marinai
Ho visto con piacere e apprezzamento che il Liceo Classico Perticari ha rinnovato con telone giallo l’appello pubblico a “Verità e Giustizia per Giulio Regeni”. Lo Scientifico Medi non l’aveva mai rimosso. Ho prontamente informato persone vicine alla famiglia di Giulio e posso girare a insegnanti e studenti la loro gratitudine. Perché, certo, non è per l’azione di un Comune che, dopo cinque anni, ancora e sempre più, la richiesta è viva all’attenzione della pubblica opinione e degli organi di governo. Sempre più, anzi, la questione Regeni si va caricando di significati connessi con gli assestamenti politici nell’area del Mediterraneo. È notizia di ieri la liberazione dei marinai italiani catturati da Haftar circa cento giorni fa: la spedizione a Bengasi di Conte e Di Maio che l’ha propiziata era stata decisa proprio nell’ambito di un vertice dedicato a Regeni. La stampa di oggi offre letture diverse del senso di questi avvenimenti; ma è piuttosto concorde sul fatto che il cambiamento politico avvenuto negli Stati Uniti abbia convinto il generale che comanda in Egitto a ridefinire le proprie relazioni internazionali. La restituzione dei marinai sarebbe dunque un gesto distensivo nei confronti del nostro paese. In tutto questo, la figura di Regeni diverrebbe pegno dei nuovi assetti. Può senza dubbio rallegrare che un simile pegno abbia consentito l’effetto della liberazione di 12 lavoratori del mare ingiustamente arrestati con un atto di pirateria; resta il fatto, però, che verità e giustizia non possono essere considerate come oggetti di scambio, nemmeno per le migliori intenzioni. Per non parlare della figura che ci fa in un simile giro di potenti un Comune che avoca a sé l’unica voce che chiedeva attenzione – i manifesti gialli – se non quella della mosca cocchiera: una simile parte anche l’ultimo dei cittadini che chiedono rispetto dei propri diritti non la farà mai. (Leonardo Badioli)
“La verità, anche se priva di potere è sempre sconfitta nel caso di uno scontro frontale con l’autorità costituita, possiede una forza intrinseca: qualsiasi cosa possano escogitare coloro che sono al potere, essi sono incapaci di scoprire un suo valido sostituto. Persuasione e violenza possono distruggere la verità, ma non possono rimpiazzarla!
(Hannah Arendt, Verità e politica, 1967, in Tomaso Montanari. Cassandra muta, Edizioni Gruppo Abele 2017)