La gelosia è uno stato d’animo di chi a torto o a ragione dubita della fedeltà o dell’amore della persona amata. Freud parla di una gelosia “buona” che chiama competitiva: un carburante indispensabile non solo per il rapporto di coppia ma anche per un miglioramento personale. La gelosia in un rapporto è generalmente positiva, ma ce ne sono almeno due negative. La prima è quella che nasce quando una persona è portata all’infedeltà: proietta sull’altro questa caratteristica e si convince che sia infedele e n’è gelosa. La seconda è la conseguenza di un dubbio privo di qualsiasi fondamento. La “gelosia buona” può essere uno stimolo per migliorare l’intesa di coppia e per conquistare il pater ogni giorno. Può essere un veleno e distruggere tutto ciò che è bello ed entusiasmante in un rapporto. La gelosia è come un’erba infestante, rischia di demolire e soffocare anche i rapporti più belli. Quando essa diventa un chiodo fisso erode il senso di sicurezza che si prova quando si sta con chi si ama e l’insicurezza spinge a tenere tutto sotto controllo. La gelosia dell’uomo è diversa da quella della donna. Lui vive questo sentimento in modo estremista diventando possessivo; lei è più subdola meno violenta, ma più invasiva, aumenta i controlli e diventa soffocante: “Dove vai? “Con chi vai? Quando torni?”. Ci sono coppie che si vogliono sentire libere e ognuno vuole affermare la propria indipendenza “posso farcela da sola/o, non voglio dipendere da nessuno”. La gelosia è come il sale negli alimenti: troppo o troppo poca rovina il piacere di gustare le gioie della vita.
Maria Pia Augusti, Psicologa