Non c’è nulla di nuovo nè di antico
E’ di pochi giorni fa la notizia che annuncia l’inaugurazione di un convegno che
dal 25 al 27 giugno renderà le Marche, in particolare Senigallia, “capitale
della lotta contro la violenza sulle donne”. Buona cosa, a prima lettura.
Ma assumendo una visione più universale del tema ci si accorge che c’è un
abisso di cose che non vanno.
Sarebbero le Marche la capitale della lotta alla violenza di genere?
La stessa regione che durante il lockdown della scorsa primavera dovuto
all’emergenza sanitaria ha registrato dati inquietanti: rispetto al 2019,
le telefonate effettuate al numero verde per le richieste di aiuto e
sostegno delle vittime di violenza e stalking sono aumentate del 73%; tra
marzo e giungo, le vittime di violenza che hanno fatto richiesta di aiuto
sono più che raddoppiate (+59%) e in poco più di un mese, fra marzo e
aprile, oltre 1200 donne in più rispetto all’anno precedente si sono
rivolte ai centri anti-violenza D.i.Re. Tutti dati Istat.
E ancora, sarebbero le Marche la capitale della suddetta lotta? La
regione la cui giunta di destra, con la solita tracotanza di chi pensa di
potersi arrogare con sopraffazione il diritto di poter scegliere per gli
altri ciò che è meglio, ha rifiutato di applicare le linee guida
ministeriali in merito all’aborto farmacologico nei consultori. Alla destra
“pro-life” non interessa difendere la vita, ma la produttività, l’integrità
della loro presunta “famiglia tradizionale”. I pro-life non muovono un dito
quando a morire sono le donne schiacciate nelle mura di casa o nei luoghi
di lavoro, o le madri che affogano ogni giorno nel Mediterraneo, questo
perché ciò che conta per loro è la difesa di un sistema che indirizza i
sessi alle loro mansioni, un sistema economico nel quale la donna mai sarà
libera.
Ma alla conferenza di Senigallia non si parlerà di queste violenze, si
parlerà di legittima difesa e di “nuove risposte” a “nuovi fenomeni”.
Colpisce molto che si parli di “novità” in merito alla questione. Non c’è
niente di nuovo ne` di antico, come taluni cercano di sottolineare parlando
di “medioevo dei diritti”, basta fermarsi al più vicino 1930, anno in cui
fu` emanato il Codice Rocco, in cui si parlava contraccezione e aborto come
crimini “contro l’integrita della stirpe”, codice superato solo nel 1989.
Parole non troppo lontane da quelle di un noto consigliere regionale, vero?
Invece di affrontare la questione alla radice, si pensa come sempre di
poter ricorrere a palliativi accattivanti, proclamando le Marche un fronte
di lotta contro la violenza sulle donne promuovendo “lezioni di
autodifesa”. Invece di avanzare un superamento del problema, si propone una
difesa (la cui efficienza risulta dubbiosa) da esso, come se il problema
fosse ineliminabile, insito nella natura.
Sappiamo cos’è la violenza e di certo non è naturale, ce lo avete
insegnato voi negandoci i diritti conquistati soltanto ieri. Non restare
soli di fronte alla loro arroganza è la nostra unica arma.
Centro Studi Sociali “O. Manni” di Senigallia
FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle