La famiglia Ciccarelli, farmacisti dal 1700
IL LORO DENTIFRICIO: “PASTA DEL CAPITANO”
Cupra Marittima appartiene al comprensorio della Riviera delle Palme, nel basso litorale marchigiano. Principalmente nota come località turistica balneare, rimane una delle località più rinomate nella provincia di Ascoli Piceno. Ma “Copre”, così comunemente chiamata in dialetto cuprense, è anche la cittadina marchigiana che possiede lo scrigno contenente pagine-memoria di storie e segreti di quella famiglia che, con la formula del Capitano, ha fatto sorridere gli italiani e non solo. Tutto ciò è stato riassunto in un bel libro da Marco Pasetti ( “La formula del Capitano”, ed. Mursia). “Il mio bisnonno – commenta il figlio della sorella di Nico Ciccarelli – ha aperto la prima farmacia; ma sono state le formule di mio nonno Clemente che negli anni Cinquanta hanno dato la possibilità di far ripartire e di far progredire sull’onda della forte crescita economica, l’azienda a mio zio Nico. Per quanto mi riguarda, io ho traghettato l’azienda durante i tristi periodi dei cosiddetti anni di piombo, della nuova economia, durante i momenti della finanza creativa ed infine nei periodi di crisi cicliche e strutturali. Comunque non dimentico di essere un medico farmacista, prestato per lungo tempo al mondo imprenditoriale, con l’intento di proseguire sulle orme della storia e della mia gente”. Ma curiosiamo, un po’, nella dinastia Ciccarelli: dai primi anni a Cupra Marittima fino a diventare una fiorente industria realizzata nel capoluogo regionale lombardo, a Mediolanum, ed al conseguente successo della fortunata campagna pubblicitaria televisiva di Carosello. La prima farmacia della congregazione Ciccarelli, originata fin dal 1700 da avi farmacisti e speziali, nasce nella cittadina rivierasca piena nella seconda decade del 1800. Il mito della “dinasty” prosegue nel 1835 con Piero Ciccarelli e, dal 1890, dopo aver conseguito il Diploma di laurea sia in farmacia che in veterinaria, con Clemente. Nello stesso periodo, Clemente presta servizio militare in qualità di ufficiale nel Regio Esercito con il Savoia cavalleria, con il grado di Capitano. Nei primi anni del 1900 i più affezionati acquirenti dei suoi prodotti definiscono “Le ricette del Capitano” per indicare quel dentifricio in pasta che, in breve tempo, prende il posto di quello in polvere diventato ormai obsoleto, e lanciando così il nome “Pasta del Capitano”. Si tratta di una vera e propria rivoluzione farmaceutica industriale. Clemente, nel 1911 mette sul mercato un’altra novità: il primo Callifugo in pomata, contenuto in un’eccentrica confezione di metallo.
Alla vigilia degli anni Sessanta la svolta: la dinastia dei Ciccarelli, trasmigrano in modo definitivo nella capitale europea dell’Economia e della moda, in quella Milano dove danno corpo ad una vera e propria espansione aziendale. A prendere le “redini” della situazione, Nico Ciccarelli (figlio di Clemente) che con buon intuito imprenditoriale lancia, sul mercato lombardo prima e nazionale poi, un prodotto ai quei tempi unico nel suo genere: una crema di bellezza femminile, usata in massima riservatezza anche dagli uomini. A questo prodotto di bellezza viene imposto il nome, diventato poi famoso in tutto il mondo, di “Cera di Cupra”, a rimarcare l’originalità della provenienza familiare.
“Non esageriamo, le linee Ciccarelli racchiudono buoni prodotti, anzi diremmo ottimi, ma non miracolosi”. Questa è una delle frasi più ricorrenti, quando nei primi anni Sessanta, il dottor Nico in qualità di apprezzato imprenditore cerca, nelle apparizioni televisive presso l’antenna di Stato, di essere il vero promoter di se stesso, adottando in pratica la linea dell’imprenditore che sta dalla parte dei consumatori. Un modo, successivamente messo in pratica nel passaggio del “testimone”, anche da Marco Pasetti. A termine del secondo millennio la multinazionale Mantovani acquista la linea Ciccarelli. Oggi in questi primi anni del terzo millennio la Farmaceutica ha ancora un ruolo innovativo nell’intento di aggregare vari tipi di prodotti, usando però gli stessi metodi della sapienza antica degli speziali.
Moreno Blasi, periodico culturale “Infinito letterario”