Voto favorevole ai lavori allo Stadio
Riportiamo per intero il comunicato del gruppo Diritti al Futuro con commento interlineare (in corsivo blu) di Leonardo Badioli quale contributo per una politica del dialogo
Sulla Finanza di progetto del cosiddetto “Stadio – Conad” il Consiglio direttivo di Diritti al Futuro, dopo aver organizzato un gruppo di lavoro per l’approfondimento aperto ad iscritti e simpatizzanti e aver seguito i vari passaggi del procedimento amministrativo, intende esprimere le seguenti valutazioni in vista dell’analisi da parte del Consiglio Comunale.
I negativi effetti della globalizzazione planetaria,
ma sì, prendiamola larga!
è innegabile, si stanno manifestando in modo aggressivo anche in provincia e quindi anche nella nostra città. Le dinamiche di mercato che spesso prevalgono sul possibile governo pubblico dell’economia
come sarebbe questa? ennò eh? il governo pubblico non va liberamente alla decisione? se dio vuole ancora il Comune è libero se dire si o no!
gli enti locali costretti a mantenere standard di sicurezza e di qualità nei servizi pubblici offerti alla comunità
e ci mancherebbe!
senza averne possibilità da un punto di vista economico per la mancanza di sostegno finanziario statale
ah, ma ce l’hanno da noi cittadini! chi paga il 65,4 % (indice Paying Taxes 2015 dell’agenzia PriceWaterhouseCoopers) dei suoi proventi non guarda a come l’amministrazione pubblica se li spartisce: quello è un problema che non noi ma i partiti dovrebbero affrontare e risolvere, visto che governano in entrambi gli ambiti
l’occupazione sempre più precaria e sfruttata secondo le logiche del profitto, che aggrediscono i diritti dei lavoratori sono feroci processi
ah davvero? E i quasi cento negozi che hanno chiuso in centro hanno chiuso perché – come dice il Sindaco – soffrono la concorrenza di Amazon oppure perché il governo locale ha fatto ponti d’oro ai supermercati gestendo per loro anche i parcheggi?
non possono essere invertiti su scala locale–comunale
sì, ma una cosa è invertirli, un’altra cosa è favorirli!
ma che, tuttavia, debbono essere riconosciuti e per quanto possibile condizionati e mediati a livello cittadino. In questo contesto generale (che richiede una inversione di rotta a livello nazionale e internazionale) senza alcun trionfalismo, né pregiudizio, ma con un difficile e necessario pragmatismo
ah potere delle parole!
abbiamo analizzato il progetto di cui si discute e che è stato presentato su iniziativa del proponente privato Conad Italia.
E io colgo l’occasione per ringraziarvi: siete i soli ad avere scritto qualcosa di discutibile, e questo è un pregio del quale approfitto per esprimere opinioni.
Lo stato di necessità in cui si trovano i migliaia di enti locali del nostro Paese, che si manifesta anche con crolli per vetustà o carente manutenzione di edifici e opere infrastrutturali destinati a servizi pubblici essenziali (come ad esempio scuole, strade, ponti, impianti sportivi)
beh, volete dire che non ci sono soldi per controllare lo stato degli edifici pubblici come scuole e palestre? Non credo che questo sia; ma anche fosse, vendete la Gioventù Italiana e fate il telelavoro!
ci fanno propendere per approvare in Consiglio comunale l’atto di adozione del procedimento amministrativo al fine di mettere in sicurezza lo Stadio Bianchelli per ciò che concerne la staticità e la vulnerabilità sismica, di avviare rifacimento ex – novo della palestra meglio conosciuta come vecchio palazzetto dello sport e ottenere l’introito nelle casse comunali di oltre due milioni di euro da destinare ad opere di interesse pubblico e di miglioramento della vivibilità
E qui ci avviamo al fulcro dell’incongruenza: i cittadini contribuiscono con due terzi dei loro proventi per sentirsi dire da voi che i soldi non bastano. Va bene. Volete supplire con la sussidiarietà del privato? Va bene. Quello che ai cittadini contribuenti non va bene è che non possono sostenere il doppio regime pubblico-privato. O paghiamo il pubblico o paghiamo il privato. Perché poi i servizi ottenuti dovremmo pagarli di nuovo, un po’ come avviene con la sanità privata, finanziata con i rimborsi convenzionati. In quanto poi ai milioni da destinare a opere di interesse pubblico, non si capisce se queste opere siano uno scopo oppure una scusa. Qualcuno può dire che rifare Piazza del Duomo (bella, per carità: nel settecento le piazze le sapevano fare) fosse una priorità? Se ci sono opere di interesse pubblico da realizzare bisogna dire prima quali, discuterne e poi valutare il gioco e la candela.
Non parliamo di esigenze e preoccupazioni lontane e teoriche quando parliamo di sicurezza e di incolumità pubblica se solo si ricordano i recenti crolli del controsoffitto della palestra della scuola Marchetti durante gli allenamenti di una squadra giovanile e allora investite sulle scuole e del crollo della balaustra della curva dello stadio Bianchelli.
Sono stato assessore allo sport per 11 mesi nel 1999 e avevo proposto alla Vigor di gestire lo stadio con annesso sostegno finanziario per migliorare gli spogliatoi: potevano farci tutte le attività sportive che volevano, usare i due retrocampo, gestire il rettangolo al meglio anche con meeting e concerti, farci una palestra, aprire un bar: questo senza espropriazioni e senza pagare pegno a un supermercato: non hanno accettato. Preferivano l’aiutino annuale. Oggi tutte le società ambiscono ad avere uno stadio di proprietà.
Sono stati episodi potenzialmente catastrofici, che per fortuna non hanno registrato né vittime, né feriti. Da sempre nella nostra città lo sport associativo svolge un fondamentale ruolo sociale di aggregazione, di prevenzione e di protagonismo giovanile. Con questo percorso vogliamo che anche in futuro, come accade ormai da molti anni, centinaia di giovani continuino ad usare lo stadio e la palestra di via Campo Boario in assoluta sicurezza e con il necessario comfort.
Lo sport associativo è stato in gran parte affidato alla Uisp, che, sostenuta per anni dall’amministrazione pubblica, è oggi in grado di mettere a disposizione finanze di progetto per la gestione dei campi delle Saline. La palestra di Campo Boario non è in sicurezza? Fate il miglioramento sismico, non una nuova palestra. Spazio e risorse non vanno sprecati. Altrimenti si è autorizzati a pensare che i vari adeguamenti siano motivazioni un po’ troppo graciline per giustificare tutto questo cancan. Come vendere l’automobile perché è sporca.
Il percorso amministrativo del progetto è lungo e molti saranno gli ulteriori passaggi in Giunta e in Consiglio comunale. Il voto favorevole iniziale dell’Assessore e dei Consiglieri di Diritti al Futuro non saranno espressi oggi e per sempre in modo automatico, poiché auspichiamo e ci adopereremo affinché il progetto evolva verso i migliori indicatori nazionali e internazionali di progettazione e attuazione di opere pubbliche e private.
C’è speranza dunque: “ludan la fin ch ‘l princìpi nn’è bon”, dicevano i vecchi senigalliesi. Mi permetto nell’attesa di rammentarvi alcuni aspetti che potrebbero servire quali linee di principio. La mia netta impressione – ricavata in altri consimili episodi – è che il potere locale si valga alla grande della mancanza di trasferimenti dallo Stato per allocare branidi città e relative risorse nei propri comprensori politici – il sistema cooperativo in primo luogo. Anzi, la mancanza di denaro diventa un bell’alibi per espropriare la città e allocarne le risorse dove sapete voi. Non verrete mica a dirci che tutto questo pandemonio che avete in testa sia motivato dall’adeguamento sismico dello stadio comunale e del palazzetto vecchio! Del resto voi e io sappiamo bene che esiste un credito sportivo al quale si può attingere – e al quale probabilmente attingerà il partner principale dell’operazione. Perché dunque il Comune non vi attinge direttamente con un regolare mutuo? Pagheremmo le rate, ma lo faremmo per qualcosa: in questo modo il Comune non rinuncerebbe alla disponibilità pubblica di un’area che invece col project financing passerà di mano al privato per vent’anni o quanti sono, con l’aggiunta che ogni scelta urbanistica nel comparto sarà condizionata da questo autoesproprio sia pure temporaneo. Io sono per il pubblico che funziona; ma se si vuole consegnare i servizi al privato, allora il pubblico la smetta di esigere contribuzioni dai suoi amministrati. Anzi, si faccia da parte e lasci al cittadino la libertà di scegliere dove andare a fare spesa, dove curarsi, dove iscrivere il figlio a un corso di formazione musicale o a un training sportivo. Insomma: tutto è sopportabile e supportabile, ma non un doppio regime. Del resto lo ha detto anche Oxfam in margine a Davos 2018: Le esperienze di collaborazione fra pubblico e privato (i cosiddetti PPP) non rappresentano un’alternativa valida alla fornitura degli stessi servizi dalla parte pubblica, ma, al contrario, “accentuano la disuguaglianza e prosciugano le entrate pubbliche” (Romano Prodi, “Riflessioni su Davos”, Il Messaggero, 27 gennaio 2019).
Per questo ci attiveremo – in collaborazione con l’amministrazione comunale e con gli uffici preposti – affinché nel progetto siano inserite: la realizzazione della continuità del corridoio ecologico – ambientale con il Parco della Pace e il fiume Misa (il corredo di alberi e di verde dovrà essere di quantità e qualità adeguati a mantenere tale continuità per questioni di micro – clima e di impatto sulla vita della fauna in ambiente urbano)
quindi speriamo almeno che non continuino a buttarli giù;
livelli di altissima qualità architettonica ed edilizia da un punto di vista energetico e del comfort nell’utilizzo sia per ciò che concerne le opere private che pubbliche; il tema dell’invarianza idraulica e del miglioramento della raccolta e dello smaltimento delle acque piovane in tutto il comparto oggetto della previsione e dei quartieri contigui (rendendo sempre più permeabili gli spazi della città pubblica); la misurazione e il monitoraggio del rapporto di impatto ambientale suolo – aria – rumore – con le necessarie misure di mitigazione dell’impronta ecologica nell’esecuzione delle diverse opere
farete dunque riattivare le centraline arrugginite nel Parco della Pace?
l monitoraggio delle ricadute nella nostra città sulla questione occupazionale derivanti dalla fusione Conad – Auchan (di cui questo progetto è un tassello)
poi vediamo come fate il conto, se ci mettete anche i posti di lavoro sottratti;
una visione strategica e complessiva sullo sviluppo della città (da un punto di vista economico, turistico, culturale, urbanistico, sociale) anche supportata da uno studio socio – economico entro cui questo progetto deve trovare una collocazione coerente e sistemica
un po’ di ecologia della parola non vi farebbe male;
la riflessione sulla possibilità di allargare il perimetro dell’intervento alle tre unità immobiliari posizionate lato nord, provando ad innescare i meccanismi del trasferimento perequativo dei volumi per allargare il corridoio di collegamento dell’area con il Parco della Pace.
E qui torniamo alle ben note Lezioni di Piano. Perequazione però vuol dire nuove costruzioni. Cos’altro vi potete inventare pur di consegnare un “brano” della città a un supermercato!
Alcune risposte positive dalla Giunta e dagli uffici comunali in questo senso ci sono giunte sui diversi temi, che comunque continueremo a presidiare in corso di avanzamento del procedimento amministrativo e che attengono le importanti questioni relative alla mobilità (accessibilità – parcheggi – percorsi pedonali e ciclabili)
e chi più ne ha più ne metta; ma anche qui: ci vuole un supermercato per accorgersi che lungo lo stradone Misa chi va in bicicletta rischia ogni volta l’osso del collo?
rapporto sociale ed economico con il Centro Antico della città; la migliore sistemazione del gruppo scultoreo Ceccarelli (tutelato dalla Sovraintendenza)
ma col vostro voto sottratto della sua monumentalità storica: ci sono oggetti che hanno valore per il luogo in cui si trovano. Le statue sopra il porticato del Bernini in Vaticano sono belle perchè sono lì e pensate per lì.
Il nostro voto favorevole di oggi – nel passaggio interlocutorio del Consiglio Comunale – sarà confermato nei passaggi successivi e fino in fondo se, e solo se, alla fine avremo un brano di città di altissima qualità e un progetto di eccellenza capace di migliorare la qualità della vita per la comunità locale.
Speriamo che questo brano di città non venga invece sbranato da tutti questi interessi. Perché sì, abbiamo tutti diritto a un futuro, ma questo diritto si afferma oggi. Negli Stati Uniti i supermercati stanno diventando il passato. “Il futuro ha un cuore antico”, scrisse un giorno Carlo Levi. Questo detto mi piace. Perché so che quando le mosche cocchiere si illudono di arrivare prime, noi già eravamo già là per dire: tornate indietro!
da Diritti al Futuro