“Dall’infanzia alla vecchiaia abbiamo bisogno di fiducia in noi stessi che a seconda delle fasi della vita assolve compiti diversi”. Andreas Kruse
La fiducia in se stessi continua a svilupparsi per tutto l’arco della vita. Nella fase iniziale dello sviluppo il bambino deve affrontare le prime esperienze di separazione; deve quindi fidarsi delle persone adulte che lo circondano, di sé e del proprio corpo per soddisfare i propri bisogni. Nell’età adulta si deve sviluppare una volontà autonoma, la capacità di prendere iniziative di sperimentare e accettare il cambiamento. Anche lo sviluppo dell’intimità, della relazione amorosa presuppone la fiducia in se stessi. Negli anni della maturità esercitare e sviluppare le proprie attitudini e capacità con un’attività produttiva che riscuote il riconoscimento degli altri è il fondamento della fiducia di sapere superare con successo le prove dell’età adulta. La disoccupazione danneggia la fiducia in sé e provoca sentimenti negativi. Nella tarda età la visione del mondo materialista e razionale tende a trasformarsi in un pensiero più trascendente nei confronti del mondo e della vita: “gerotrascendenza”. Ciò significa meno egocentrismo scelte più rigorose delle attività sociali, un forte legame con le generazioni passate, bisogno di valori spirituali e l’accentuazione della vita nei suoi aspetti positivi e negativi. Un amore post-narcisistico che si manifesta con rinuncia e saggezza che crea una nuova fiducia. Si tratta di non fare più affidamento sulla propria persona ma su altri esseri umani solidali, cooperativi, responsabili. Una fede nell’ordine del mondo che c’era prima di noi e ci sarà anche dopo.
Maria Pia Agusti, psicologa