Il premio “un bosco per Kyoto” al Comune di Senigallia
Ecco perché andrebbe restituito
di Leonardo Badioli
Da ogni parte si legge che il Comune della città nella quale vivo, Senigallia, ha fatto nel tempo azioni meritevoli in materia ambientale che gli hanno meritato riconoscimenti. Ogni anno gli viene rinnovata la Bandiera Blu, che non è certo un’attestazione probante di un mare pulito; ha vinto il premio Fiume Sicuro istituito da Legambiente nel 2010, subito dopo l’alluvione del Cesano e poco prima di quella del Misa, catastrofica come poche altre per perdite umane e danni alla popolazione; nel 2013, poi, al Comune di Senigallia è stato conferito il premio “Un bosco per Kyoto”. In particolare questo premio risulta incomprensibile nelle motivazioni.
“Un bosco per Kyoto” – lo dico con le parole del suo stesso promotore, l’Accademia Kronos – “è un premio internazionale assegnato ogni anno a personalità scientifiche e politiche che più delle altre si sono distinte nella difesa dell’ambiente e della qualità dell’aria nel loro Paese. Il riconoscimento viene assegnato a chi ha adottato o pubblicizzato sistemi per il risparmio energetico e per la riduzione di gas serra nell’atmosfera. Il premio ogni anno viene assegnato a Roma, presso la prestigiosa sala della Protomoteca in Campidoglio, e consegnato dal Ministro all’Ambiente Italiano o da altre personalità di valore internazionale.”
“Sono otto anni che Accademia Kronos attraverso un’attenta ricerca tra scienziati, giornalisti, politici e amministrazioni comunali italiani e stranieri individua i candidati più ecologicamente virtuosi per il premio annuale di Un Bosco per Kyoto. Ogni anno i candidati a questo riconoscimento sono molti e non solo italiani; una commissione presieduta dalla scienziata dell’Università della Tuscia Anna Maria Fausto e composta da altri esperti di livello internazionale come Riccardo Valentini e Vincenzo Ferrara. Alla fine ne scelgono solo alcuni”(http://www.accademiakronos.it)
Bene. Nel 2013 il primo premio fu assegnato a Evo Morales, presidente della Bolivia, per avere introdotto per la prima volta nella costituzione di una nazione un articolo che riconosce alla natura il diritto di esistere e di essere protetta. Il secondo al governo della Costa Rica perché entro il 2020 sarà il primo Paese al mondo a compensare le emissioni di CO2 con l’ossigeno prodotto dalle sue foreste. Un premio speciale è stato conferito anche all’onorevole Michela Vittoria Brambilla perché, con le sue battaglie a favore del mondo animale, ha salvato centinaia di cani dalle sevizie della sperimentazione farmaceutica, e ha fatto introdurre nella legislazione italiana norme a tutela di tutti gli animali sia selvatici che domestici.
Tra i 20 comuni italiani ritenuti “virtuosi”, Oriolo Romano ha ottenuto il riconoscimento per la seconda volta; Senigallia per la prima, con la motivazione di avere, appunto, realizzato due boschi urbani nel territorio comunale, uno a nord e uno a sud della città.
Ora, da qui noi possiamo confermare che sono state piantumate due aree abbastanza grandi del territorio comunale, ma non certo che questo costituisca un merito tale da meritare un premio, né tantomeno che il premio venga assegnato al Comune di Senigallia.
È toccato invece alla Società Autostrade provvedere all’impianto di un numero congruo di nuovi alberi in attuazione delle prescrizioni di VIA del progetto della terza corsia sul tratto Cattolica-Porto Sant’Elpidio, coerenti queste con gli impegni sottoscritti dall’Italia nel Protocollo di Kyoto (http://www.stradeeautostrade.it/ambiente-e-territorio/la-riforestazione-di-territori-per-ridurre-le-emissioni-di-co2/). Si è trattato in realtà di una compensazione consistente nel neutralizzare gli effetti delle emissioni connesse con nuove opere attraverso il finanziamento di progetti volti a ridurre la pari quantità di gas a effetto serra. La Società Autostrade fornisce dati precisi sul modo di calcolare il rapporto tra incremento potenziale delle emissioni da traffico e sua neutralizzazione. Al termine del processo di compensazione, il saldo delle emissioni deve essere essere zero.
Il cosiddetto “Bosco Urbano”, dunque, non ha portato a nessuna riduzione della quantità complessiva di CO2, ma solo all’azzeramento degli effetti connessi con un’opera messa in atto dopo l’adesione al Protocollo: azione dovuta al Protocollo stesso, non certo iniziativa autonoma e meritoria.
Questa constatazione non parla bene di chi ha ricevuto un premio senza averlo meritato, e anche peggio di chi un simile premio l’ha promosso. È lecito anzi chiedersi con quale criterio di valutazione, o con quanta attenzione e competenza, la commissione della Accademia Kronos abbia considerato meritevole di premio un comune che non ha profuso nessun particolare impegno nella realizzazione del bosco. Credo che ben altro si dovrebbe sperare – se consideriamo qual è la situazione drammatica messa a fuoco dalla Conferenza sul Clima di Parigi COP 21 del 2015 – che non alimentare questo gioco delle eminenze da parte di chi premia per essere a sua volta premiato; e soprattutto che giovi un po’ di sincerità da parte di entrambe le parti. Quante cose, premiate e non, sono vere soltanto sulla carta e quante nemmeno su quella? I cento ettari sottratti alle edificazioni; la partecipazione al Programma Life Sec Adapt Patto dei Sindaci, in questo sfondo hanno piuttosto l’aspetto di un fantasy mal congegnato. E dio sa quanto abbiamo bisogno invece di cose vere trattandosi della sopravvivenza di tutti noi.
Voglio sperare dunque che, in mancanza di migliori spiegazioni, l’Accademia Kronos revochi il premio e che il Comune di Senigallia, un po’ più coerentemente rispetto alla realtà dei fatti, lo restituisca.
Questi premi sono spesso fittizi, elargiti per il legame politico, non per il contenuto. Ricevere questo premio significa che la politica di Senigallia ha voce in capitolo e possiede solidi legami con il governo centrale. E’ referenziale per la politica, ma non ha attinenza con il contenuto stesso del premio.
Si scrive “Bosco per Kyoto” ma si legge un Sindaco per il PD!
Certo è che, questa prassi, ormai diffusa da tempo, è lacerante per la credibilità del nostro paese e, dio solo sa, quanti danni arreca alla “forma mentis” di noi cittadini. Mina nel profondo il senso civico, dissolve e annichilisce in ognuno di noi l’energia per fare bene, giacché all’orizzonte il riconoscimento è sempre “molto incerto”, con buona pace della meritocrazia, il cui significato sta per essere riscritto nel Devoto Oli.
Resistano tuttavia delle sacche di persone che amano far bene a prescindere dal riconoscimento giacché si sono fatti persuasi che quella è roba di un altro mondo e che, far bene, è sufficiente in sé, come premio, in questo di mondo.