30 ottobre 1930:
quel giorno Senigallia cambiò.
Una mostra fotografica lo ricorda
Dentro una bella cornice di pubblico qualificato e interessato, venerdì 18 al Circolo ACLI “U. Ravetta” di Senigallia si è aperta la mostra fotografica dal titolo evocativo “30 ottobre 1930. Il giorno che cambiò Senigallia”, allestita con particolare cura e passione da Gianluca Quaglia. La mostra proseguirà fino a tutto il prossimo 27 maggio, in via Cavallotti seguendo gli orari d’apertura del Circolo e del Ritrovo Bar. All’inaugurazione accanto al Curatore è intervenuto lo storico d’arte, prof. Donato Mori, per la proposizione dell’opportuno apparato critico.
Nel corso dell’intensa e piacevole serata, dopo il benvenuto ai presenti ed ai relatori ospiti da parte di Franco Porcelli, attivissimo Presidente del Circolo d’Iniziativa culturale e del periodico SESTANTE ed il discorso introduttivo di Mauro Pierfederici, attore e regista teatrale e vicepresidente della Consulta per la cultura, Donato Mori e Gianluca Quaglia hanno così commentato: “Se il terremoto del 30 ottobre 1930 oggi non è ancora dimenticato, è dovuto ai mutamenti che la città ha subito, piuttosto che alla rarità dell’evento. Sul numero di morti non si hanno numeri esatti, ma dovrebbero essere 16 vittime secondo l’indagine dello storico dell’arte Donato Mori, che ha presentato con dovizia di particolari le proprie ricerche d’archivio in merito e l’accurato allestimento della mostra. I danni ai palazzi, invece, sono evidenti nelle immagini esposte, selezionate tra un elevato numero di documenti collezionati da Gianluca Quaglia. La mostra inizia dalle cartoline ricordo e prosegue confrontando foto di professionisti (anch’esse cartoline, ma su carta fotografica) e foto amatoriali. Una sezione ospita immagini che inquadrano le aree devastate da diverse angolazioni, seguita da una con illustrazioni e articoli apparsi in giornali locali e nazionali. Infine, Gianluca Quaglia ha messo a confronto i luoghi danneggiati con scatti odierni che li ritraggono. Grazie ad un’immagine aerea del 1926 si possono paragonare i danni nel rione Porto nel 1924 e quelli del 1930; uno di questi è l’edificio ritratto nel manifesto dell’evento.” Successivamente Franco Porcelli ha avviato un ampio e proficuo dibattito col pubblico, sicchè sono intervenuti Giuseppe Santoni, Leonardo Badioli, Sergio Fraboni, vicepresidente del periodico Sestante ed alcuni soci attivi del Circolo di Iniziativa culturale, collaboratori e redattori di Sestante nonché diversi cittadini appassionati di storia e memorie locali che hanno rivolto plausi e complimenti agli organizzatori, ai relatori ed all’appassionato curatore e collezionista Gianluca Quaglia. A conclusione del gradito evento, dopo l’attenta visita guidata dei pannelli espositivi – analizzati nel dettaglio dal curatore – per una migliore lettura visiva ed un adeguato confronto tra foto storiche dell’epoca e foto attuali degli edifici colpiti e danneggiati, Franco Porcelli ha invitato tutti a soffermarsi nella sala ritrovo per un momento conviviale ed un brindisi augurale.
A cura di Vincenzo Prediletto