In mostra a Palazzo del Duca di Senigallia, fino al 6 Aprile

Nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della nascita di Mario Giacomelli, che prenderanno il via nel 2025, l’Archivio Mario Giacomelli inaugura a Senigallia, città natale dell’artista, la mostra La Camera Oscura di Giacomelli. Questo evento rappresenta un grande omaggio alla figura di uno dei più importanti fotografi italiani del Novecento, un maestro che ha saputo trasformare la realtà in visioni straordinarie attraverso un linguaggio unico e profondamente personale.

L’esposizione, ospitata dal 13 dicembre 2024 al 6 aprile 2025 nello storico Palazzo del Duca, offre un’immersione nell’immaginario e nella tecnica di Giacomelli. Il percorso espositivo si apre con un’installazione multimediale dal titolo Sotto la pelle del reale, che riproduce il flusso creativo dell’artista. I visitatori saranno guidati dalla sua stessa voce, tratta da un’intervista per Radio 3 Suite del 2000, mentre immagini in movimento e frammenti scritti di pensieri si alternano, evocando la sua visione profonda e poetica della fotografia come mezzo per esplorare la realtà e l’interiorità: qui, le immagini, nelle loro metamorfosi, seguono gli stessi moti delle impennate verticali e le cadute nel vuoto con cui Giacomelli rincorreva l’Infinito e ne imitano la gestualità in camera oscura, all’ingranditore, con la carta sensibile tenuta obliqua per immergere il mondo nella vertigine.

Fulcro della mostra è la camera oscura, il luogo dove Giacomelli dava forma al suo immaginario trasformando la materia in visioni potenti e universali. Oltre alle opere esposte si trovano attrezzature originali, come la sua macchina fotografica Kobell, e oggetti di scena utilizzati per i suoi scatti. Accanto a questi, provini di stampa, appunti manoscritti e interviste documentano il processo creativo dell’artista, mostrando la sua incessante sperimentazione e la continua trasformazione del reale.

L’esposizione raccoglie circa cento fotografie originali, tra vintage e stampe d’epoca, che attraversano tutta la produzione di Giacomelli, dagli anni Cinquanta fino al 2000, anno della sua morte. Particolare attenzione è riservata al rapporto tra fotografia e poesia, elemento fondante del lavoro dell’artista: poesia come cassa di risonanza delle sue emozioni,che fuoriescono sotto forma di immagini fotografiche. Opere come Io non ho mani che mi accarezzino il volto, ispirata ai testi di Padre David Maria Turoldo da cui trae origine la famosa serie fotografica dei Pretinidel 1961e cheapre il percorso espositivo, Passato(1986) di Cardarelli e Spoon River Anthology(1971-73) di Edgar Lee Masters, testimoniano come la poesia abbia sempre rappresentato per Giacomelli una fonte inesauribile di ispirazione e introspezione, un mezzo per esplorare l’essenza dell’uomo e del mondo. Attraverso una narrazione che intreccia temi chiave della poetica giacomelliana,il percorso espositivo–suddiviso in otto sale tematiche – rappresenta il mondo interiore di Mario Giacomelli, l’emersione di un mondo profondo e ancestrale che si manifesta in un continuo flusso di immagini come parole di un lungo discorso. Un racconto che, pur partendo da vicissitudini autobiografiche, parla con la voce antica e infinita dell’umanità. Nelle sue opere, paesaggi antropomorfizzati diventano ritratti umani, intrecciando memoria e materia in un dialogo continuo. La figura materna, evocata attraverso elementi simbolici, emerge come presenza costante e fondativa della sua visione artistica. La luce, elemento essenziale del suo lavoro, interrompe l’oscurità per illuminare piccoli e preziosi frammenti di realtà, offrendo una visione che oscilla tra l’immenso e l’intimo, tra il concreto e il metaforico.

La camera oscura torna ancora, a fine percorso, nelle riproduzioni fotografiche commissionate da Guido Harari in occasione del progetto editoriale “Nella camera oscura di Mario Giacomelli. L’antro dello sciamano” (Rizzoli Lizard, 2024), realizzato in collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli di Rita e Simone Giacomelli.Un lavoro di recupero e memoria di un luogo magico definito dallo stesso Harari“antro dello sciamano”. La Camera Oscura di Giacomelli non è solo un’esposizione, ma un viaggio nell’universo creativo di un artista che ha saputo parlare all’anima dell’uomo attraverso la fotografia, trasformando ogni immagine in un frammento di interiorità e poesia. Nell’ambito delle Celebrazioni per il Primo Centenario dalla Nascita di Mario Giacomelli, che avranno inizio nel 2025, l’Archivio Mario Giacomelli, all’interno di un più complesso e articolato programma, darà corpo a una serie di grandi mostre che documentano l’intera produzione del grande fotografo e ne aggiornano la sua interpretazione critica.Le prime due importanti mostre saranno quelle di Roma e Milano; la prima a Roma presso Palazzo delle Esposizioni, dal 17 aprile al 1° settembre 2025, seguita poco dopo da quella di Palazzo Reale,a Milano, dal 24 maggio al 21 settembre 2025, per proseguire con un calendario espositivo che toccherà varie sedi nazionali e internazionali per concludersi nel 2027.

La mostra è stata realizzata nell’ambito del progetto Senigallia Città della Fotografia promosso dalla Regione Marche ed è stata organizzata dal Comune di Senigallia e dalla Fondazione  Cassa di Risparmio di Jesi.

Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli
Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli
Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli

La camera oscura di Giacomelli

a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli

Senigallia, Palazzo del Duca13 dicembre 2024 – 6 aprile 2025

prenotazioni www.comune.senigallia.an.it

www.feelsenigallia.it

T. 366–679.79.42 – circuitomuseale@comune.senigallia.an.it

Biglietteria elettronica www.liveticket.it

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