Daniele Garbuglia
La vita privata
Casagrande edizioni
Si ha una strana sensazione aprendo La vita privata di Daniele Garbuglia. Quella di entrare nella camera da letto del kafkiano Gregor Samsa. Poi ci si rende conto che la metamorfosi del protagonista, di cui l’autore ha l’accortezza di non fornire il nome, prelude a qualcos’altro. Egli infatti, privato del suo sembiante, non perde, anzi acquista la capacità di penetrare con il suo sguardo la realtà. Di qui il viaggio, quello di un uomo dell’età di mezzo, scandito nei quattro momenti di una giornata, pseudo-dantesco (forse anch’egli è uno scrittore, come sembra alludere il suo passaggio purgatoriale fra le fiamme), tutto volto a cogliere le epifanie del reale e ad introiettarle nella propria vita “privata”, verso una fine, però, senza alcuna speranza palingenetica. Il pregio del racconto-apologo di Garbuglia è quello di calare quest’esperienza surreale nel nostro paesaggio postindustriale. Realtà sognata, o, se preferite, incubo reale.
(Antonio Maddamma)
La giornata di un uomo che si sveglia una domenica mattina e si accorge di aver perso la propria immagine, il suo “sembiante”: un fatto straordinario che lo obbliga a confrontarsi in modo nuovo con il suo mondo ordinario, cominciando dalla moglie e il figlio e dagli spazi di casa. Chi è il protagonista di questa storia? Un uomo che dubita della propria esistenza? Uno spettro? Un angelo che non sa di esserlo? E soprattutto, perché ci sembra di conoscerlo così bene?
Daniele Garbuglia è nato a Recanati nel 1967 e vive a Senigallia. È autore del racconto Fagotto e Sparafucile (Pequod 1998) e della serie di libri per ragazzi Soqquadro (Giunti 2006). Per le Edizioni Casagrande ha pubblicato i romanzi Home (2004) e Musica leggera (2009).