Certo, la politica deve saper parlare ai cittadini. Purtroppo la risposta non è positiva. Sarà per i nostri limiti, ma dopo aver ascoltato tutte le forze politiche, ci sentiamo di dire che il quadro politico non ha fatto passi avanti.
La domanda che si pone l’ingenuo di turno: “Come sia possibile fare dei passi in avanti se la situazione rimane ingessata?”. Piuttosto la politica deve ascoltare il messaggio dei cittadini ed affrontare nel suo complesso i nodi su cui il paese chiede da tempo delle risposte. Non ci pare che il quadro del sistema vada verso il compattamento delle forze politiche. Naturalmente noi siamo tra quelli che non credono ad una soluzione miracolosa per la stabilità politica italiana, e i fatti lo hanno dimostrato, ma non siamo neppure fra coloro che fanno il tifo per una frammentazione che favorisce più che altro i radicalismi e gli estremismi. Se la politica non riesce ad imporsi per le dinamiche di aggregazione delle domande, e di sintesi per la soluzione dei problemi è inevitabilmente una politica debole che fa molta fatica a produrre governabilità. Una situazione del genere rischia di produrre un crescente scollamento nel paese e un distacco di buona parte dei cittadini dalla partecipazione alla politica. Più il dibattito pubblico diventa lo specchio di una diatriba chiusa, più la mobilitazione della politica si arrende agli integralisti e ai fanatici, cioè a quelli che non sono in grado di farla decollare. Da osservatori, comprendiamo l’instabilità del quadro generale, e auspichiamo che tutte le forze politiche si confrontino per creare le condizioni per saper parlare ai cittadini e dare risposte convincenti alle loro richieste. Riteniamo che questa strategia sia la migliore per fare qualcosa che vada nell’interesse del nostro paese che ha tanto bisogno di ritrovare le ragioni del suo stare insieme. Soprattutto in questo momento che stiamo celebrando i primi centocinquant’anni di unità nazionale.
Duilio Marchetti