C’era una volta una rana scontrosa.
Non le bastava un sasso per giaciglio
Lo dipinse di verde, il suo colore
E per cuscino petali vermiglio
Lo lasciò in quel giardino, senza aprire il cancello
Dove aveva sognato il suo sogno più bello.
Ma era un sogno soltanto
E la rana ne pianse
Ritornò nello stagno, finché ottobre non giunse
Il cancello era chiuso, quasi quanto il suo cuore
Lei lo attese di fuori, senza fare rumore.
Poi capì che l’amore non è il poco che resta
Lei riprese il cammino
Lui riprese la festa
(Marzia Franceschini)