Se ne è andata una delle menti più brillanti
che il nostro territorio abbia avuto l’onore di ospitare
Se ne è andato in punta di piedi, quasi senza fare rumore. E’ solo quel che rimane – i ricordi insieme – che battono dentro e fanno un gran fracasso. Quell’Uomo che abbiamo avuto l’onore e il privilegio di averlo come amico. Un Uomo così dove mai lo incontreremo più. A novant’anni, prima di perdere le forze, aveva ripreso a studiare il russo. Studioso per passione, affamato di conoscenza, spinto da un’insaziabile curiosità. Lo ricordiamo così, in perenne movimento mentale, sempre alla ricerca. La sua brillante carriera accademica e i numerosi riconoscimenti professionali l’avranno pur saziato regalandogli una pienezza di vita che, con generosità e gentilezza, sapeva trasmettere. Esistono insegnanti ed educatori nati, e lui era uno di quelli. Vicino ai giovani, sapeva guidarli ed affiancarli con comprensione e consigli pratici. Era un’Autorità sobria, e sempre affettuosa. Ci mancherà molto. Il valore delle sue parole ci ha reso un pochino più forti.
In tanti lo hanno ricordato:
http://www.centropagina.it/senigallia/senigallia-ostra-lutto-luigi-vittorio-ferraris/
http://flaviapiccolinardelli.it/
https://www.ogginotizie.it/senigallia-muore-lambasciatore-luigi-vittorio-ferraris/
Aveva studiato al Perticari in tempo di guerra e, giovane liberale, insieme a Renzo Paci e a pochi altri aveva organizzato la prima manifestazione antifascista quando ancora il regime era al potere. Una delle ultime frasi che gli ho sentito pronunciare – sommessamente e con grande tristezza: “Io mi vergogno di essere italiano”. Il che detto da un ambasciatore ha tutto un altro significato e valore. Il modo più degno per ricordarlo è non dimenticare questo ammainabandiera dopo una vita invitta e generosa. Chi gli ha voluto bene, chi lo ha apprezzato, che crede in un’altra vita, ha un motivo in più per raccogliere questo testimone dal punto in cui gli era caduto.