di Rossano Morici
La rivista Marca/Marche, Andrea Livi Editore, Fermo, ha dedicato il numero monografico 15/2020
alle Storie di donne nelle Marche. Tra le altre storie è presente la ricerca di Rossano Morici su
«Giulia Micciarelli Sbriscia, dalle opere di Rossini e Verdi alle acque sulfuree», il cui PDF è stato
inserito nel sito della Biblioteca comunale Antonelliana di Senigallia e può essere consultato e
scaricato gratuitamente. In questo articolo si ripropone la parte di ricerca che riguarda le qualità
canore di Giulia Micciarelli, soprano di grande talento.
Consultando l’archivio storico della Biblioteca Antonelliana, con la preziosa collaborazione del
personale bibliotecario, ho appreso che Giulia Micciarelli nasce a Poggio San Marcello nel 1805;
allieva di Giovanni Morandi, famoso maestro di canto, debutta a Ravenna come soprano nel 1827,
tre anni prima dell’inaugurazione del nuovo teatro di Senigallia, avvenuta il 17 luglio 1830, teatro
progettato e costruito dall’architetto Pietro Ghinelli.
La decisione di costruire il nuovo teatro era stata presa dall’amministrazione comunale di Senigallia
il 3 settembre 1828 . I lavori iniziarono il 18 ottobre 1828 e terminarono nel luglio 1830 ; costarono
ben 19.221 scudi . La struttura della sala presentava tre ordini sovrapposti, per un totale di 63 palchi,
sovrastati da un loggione, un ampio palcoscenico, camerini per attori e comparse, atrio per caffè e
trattoria. Purtroppo nella notte del 9 agosto 1838 , dopo la rappresentazione de La battaglia di
Navarino di Giovanni Emanuele Bidera , il teatro andò tragicamente distrutto in uno spaventoso
incendio . Il consiglio comunale si riunì quattro giorni dopo e decise la ricostruzione del teatro.
Il nuovo teatro comunale venne chiamato La Fenice, come spesso accadeva per i teatri ricostruiti in
seguito ai non rari incendi. Era caratterizzato da una struttura con platea di 182 m² di superficie, 99
palchi su quattro ordini (24 al primo e 25 in ciascuno degli altri) ed il loggione. La capienza
sfiorava i 1.000 posti di cui 344 in platea. Il teatro acquistò in breve tempo una grande fama,
riproducendo opere di Carlo Goldoni ed allargando il periodo degli spettacoli, fino a quel momento
limitati al periodo della locale fiera della Maddalena, anche al periodo carnevalesco .
Giulia si esibisce presto nei più grandi teatri italiani ed europei. Giuseppe Radiciotti così scrive di
Giulia Micciarelli:
«Esordì a 22 anni sulle scene del comunale di Ravenna l’aprile 1827, e nel 1829 fu scritturata per il Teatro
della Corte di Sassonia in Dresda, ch’è stato in ogni tempo uno dei più importanti d’Europa. Gli altri grandi teatri, in cui ella si fece ammirare, sono quelli di S. Benedetto in Venezia (1834), d’Angennes in Torino (1835), di Cadice (1836), di Barcellona (1838-39), della Scala di Milano (1842) ecc. Il Mº Luigi Rossi
compose per lei Gli avventurieri, ed il Mº Bornaccini d’Ancona la Ida. Donna di eletto ingegno, scrisse in
prosa e in versi, ed eseguì magnifici lavori femminili, che furono premiati in parecchie esposizioni».
A tal proposito apprendiamo dalla tesi in dottorato di ricerca di Cecilia Nicolò che Giulia
Micciarelli ha cantato come soprano nell’opera di Gioachino Rossini Semiramide nei seguenti
teatri: il 26 dicembre 1827 al Teatro di Cesena; il 21 gennaio 1829 al Teatro Sociale di Mantova;
nel mese di giugno 1829 al Real Teatro di Dresda; il 22 agosto 1832 al Teatro dell’Aquila di Fermo;
il 28 settembre 1833 al Teatro Apollo di Venezia. Nel 1823 fu rappresentata per la prima volta la
Semiramide al Teatro La Fenice di Venezia. Negli anni Trenta dell’Ottocento, anche dopo il ritiro
di Rossini dalle scene teatrali, Semiramide era ancora una delle opere più rappresentate sia in Italia
che in Europa. L’opera fu rappresentata sui palcoscenici internazionali in fogge differenti. E Giulia
Micciarelli ne fu interprete di prim’ordine.
«Nella maggior parte dei casi fu proposta in lingua italiana, in altre occasioni venne tradotta nelle più diverse lingue locali: a titolo di esempio, venne allestita in tedesco a Budapest nel 1826; il libretto stampato ad Amsterdam nel 1827 è in olandese; nel 1836 venne approntata una traduzione russa per il teatro di San Pietroburgo; venne tradotta in francese per l’allestimento dell’Opéra del 1860, ma già nel 1844 venne eseguita in francese a Lione; ancora, le rappresentazioni di Londra del 1842 vennero date in inglese e quelle di Praga del 1864 in ceco. Anche se il testo venne tradotto in numerose lingue, le rappresentazioni in lingua originale e con cast tendenzialmente italiano o comunque specializzato nell’esecuzione di opere italiane furono prevalenti. Semiramide può essere dunque considerata uno dei prodotti di esportazione di maggior successo, uno degli esempi più noti e apprezzati del genere “opera italiana”. La presenza costante di Semiramide lungo tutto l’Ottocento non poté prescindere dall’apporto dato da determinati esecutori, che la inserirono nel proprio repertorio d’elezione».
Certamente nella prima metà dell’Ottocento non essendo ancora state costruite le linee ferrate (la
prima ferrovia che congiungeva Milano a Venezia fu infatti inaugurata nel 1857) si viaggiava con le
carrozze o diligenze più o meno confortevoli e più o meno costose, trainate dai cavalli. Il viaggio
sia in Italia che all’estero era avventuroso e a volte molto faticoso (pensate quanti giorni di viaggio
erano necessari per raggiungere Dresda, uno dei Teatri che ha visto protagonista la Micciarelli) con
numerose soste e pernottamenti. Chissà a quanti sacrifici, anche se compensati da grandi
soddisfazioni, è andata incontro una cantante lirica come la Giulia! Apprendiamo che Giulia
Micciarelli risulta aver partecipato come cantante a due opere: Ida, tragedia lirica divisa in tre parti,
da rappresentarsi al Teatro di Apollo di Venezia nell’autunno 1838; Mastino I dalla Scala, tragedia
lirica, da rappresentarsi nel teatro S. Benedetto di Venezia nella primavera 1841.
Numerosi sono i libri, giornali e altri organi di informazione dell’epoca che citano il nome della
soprana senigalliese; ci riferiamo in particolare a I Teatri – Giornale drammatico, musicale e
coreografico, da cui trascriviamo le parti che riguardano la Micciarelli.
Palma d’oro dunque per Giulia Micciarelli. Una grande notizia per la nostra Giulia: viene scritturata per l’anno teatrale 1829 al Real Teatro di Dresda.
Indubbiamente Giulia Micciarelli fu una grande artista canora, donna bella e raffinata, già in età
giovanile famosa in Italia e in Europa. Il ritratto risale al 1833, quando Giulia aveva 28 anni. Poi
come abbiamo già appurato la signora Micciarelli poteva contare su una notevole cultura generale e
scriveva in modo eccellente.
BARCELLONA – Anno prossimo teatrale – Deval, primo tenore – Fanti, prima donna – Maldotti,
primo musico – Moncada, primo basso, scritturato anche per due anni successivi.
La signora Giulia Micciarelli Sbriscia è scritturata per l’anno teatrale 1829 al 30 nel Real Teatro
Italiano di Dresda, coll’obbligo anche dei concerti di quella Real Corte.
Giornale d’Arte e Letteratura di Vienna. Col terminare del prossimo maggio finiscono in Dresda gli
obblighi che avea contratti con quel Teatro Italiano la prima donna, signora Matilde Palazzesi di
Senigallia. Le succede la sua concittadina, signora Giulia Micciarelli Sbriscia, ricca in così giovine età di bei suffragi riportati e a Reggio in tempo di fiera e a Firenze, e che finì raccogliendo nello scorso carnevale palme, tanto più luminose, quanto più contrastate, su le scene di Mantova.
Anche Glissons, N’Appuyons Pas, giornale che raccoglieva tutte le notizie di scienze, lettere, arti, mode e teatri per l’intero anno 1840, riporta i numerosi riconoscimenti e complimenti per Giulia Micciarelli.
Riportiamo uno stralcio di un giornale di Barcellona, il cui pubblico amava molto la Micciarelli.
Cronaca straniera
BARCELLONA. – La Micciarelli Sbriscia nella Fatuchiera (dal Corriere straniero).
«Da che per lo spazio di due anni molti degni ammiratori del merito si sono occupati assai volte a celebrare in pubblico il talento onde va adorna questa nostra prima donna sig. Giulia Micciarelli Sbriscia, poco or mi rimane da poter aggiungere intorno a lei. Ciò nondimeno avendo io assistito alla rappresentazione della Fatuchiera dalla medesima sig. Micciarelli Sbriscia offerta nella serata di suo beneficio mi trovo in obbligo di manifestarle la mia più alta ammirazione pei singolari talenti, in grazia de’ quali ottenne il più compiuto trionfo. È forza convenire che in quante Opere ebbe parte quest’egregia cantante, il pubblico dovette sempre ammirare la sua limpida, sonora e melodiosa voce; ma del pari confessare si deve essere stato nel melodramma la Fatuchiera ch’ella spiegò tutta la consumata sua maestria di canto. In quest’opera ella mise a tributo tutte le sue artistiche prerogative per dare un attestato di stima al nostro concittadino D. Vincenzo Cuyaz, alla musica del quale seppe aggiungere inimitabili pregi. In quest’opera la sig. Micciarelli giustificò indubitamente l’opinione che la proclama una tra le primarie cantanti dell’armoniosa Italia, dando in egual tempo la più evidente prova dell’interesse che prende al pieno sviluppo del nascente genio Spagnuolo, di quel genio che or si dedica tutto alla difficile arte dell’immortale Rossini.
Quale estimatore del vero merito non posso meno di attestare all’esimia sig. Micciarelli Sbriscia quel
sentimento di cordoglio con cui i Barcellonesi vedono approssimarsi l’ora nella quale saranno privati del
dolce piacere di ascoltare la sua voce e di ammirarne le grazie. Però ci è di conforto il poter assicurare la sig. Micciarelli che i nostri amatori di musica conserveranno eternamente una grata ricordanza de suoi talenti, ciò che speriamo debba pel gentile animo suo essere la maggiore soddisfazione che possa attendersi da spettatori che sempre la ricolmarono d’applausi».
Il 20 giugno 1840 un’altra lode per la nostra Giulia: Per la prossima Fiera di Vicenza è scritturata la
signora Giulia Micciarelli-Sbriscia, reduce da pochi giorni da Barcellona, dove per ben due anni fu
il principale decoro di quelle scene. Alla signora Micciarelli saranno compagni l’egregio tenore
Antonio Poggi, cantante di camera di S.M.I.R.A., il cui importantissimo acquisto era già stato in
precedenza assicurato dalla nobile direzione di quel teatro, ed il giovine basso-cantante Gaetano
Ferri che ascoltiamo da tutti lodatissimo per bella e simpatica voce e per l’espressione del suo
canto. – La prim’Opera sarà Il Bravo di Mercadante, nella quale il Poggi ottenne già un solenne
trionfo nel passato carnevale a Trieste. – Il Poggi è anche fissato pel grande spettacolo che si darà in occasione dell’apertura del nuovo Teatro di Soresina p. v. autunno, e per quello anche maggiore del
nuovo Teatro di Modena che verrà aperto nell’autunno 1841 .
Il 1º luglio 1840 un altro articolo riguarda la Compagnia di Canto e Ballo costituita dall’Agenzia
Cirelli; elenchiamo dunque il cast:
«Per Vicenza, imminente fiera, la suddetta Agenzia Cirelli formò la seguente Compagnia di Canto e
Ballo – Prime donne a vicenda signore Giulia Micciarelli Sbriscia e Perelli Adelaide. Primo tenore
assoluto Antonio Poggi, cantante di Camera di S.M.I.R. – Primo tenore Clemente Mugnai. Primi
bassi cantanti Giuseppe Guscetti e Gaetano Ferri. Altro tenore Pompilio De Capitani – Altra prima
donna, signora Allain – Altro basso Sonderegger – Prim’Opera Il Bravo di Mercadante – Ballo –
Compositore Alessandro Borsi – Prime mime signore Carolina Maggiorotti e Vaghi Angiola – Primi
mimi Croce Lazzaro e Borsi – Primi ballerini danzanti assoluti conjugi Priora – N. 8. Coppie secondi
ballerini, col necessario corredo di coriferi, comparse ec. ec. Primo ballo Il Proscritto – Il tenore
Pancani scritturato dal 26 corrente a tutto il 6 dicembre prossimo venturo pel teatro Apollo di
Venezia ed altri di competenza del signor Cattinari. G. Romani».
Nel 1844, all’età di 39 anni, Giulia Micciarelli si esibisce come soprano nella grande opera di
Giuseppe Verdi Nabucodonosor, meglio conosciuta come Nabucco. Nell’opera, rappresentata al
Teatro La Fenice di Senigallia nei giorni 17, 18, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 29 luglio e 6 agosto, nel
periodo della Fiera, il difficile ruolo di Abigaille veniva ricoperto proprio da Giulia Micciarelli
Sbriscia.
Gli interpreti furono: Filippo Coletti (Nabucodonosor), Antonio Vergani (T. Carlo Mariani)
(Ismaele), Pietro Balzar (Zaccaria), Sig.ra Giulia Micciarelli Sbriscia (Abigaille), 2ª donna Rosina
Olivieri (Fenena), Antonio Cavalieri (Il Gran Sacerdote), Luigi Fossi (Abdallo), Carolina Caldani
Briaschi. M.º dir. della musica Luigi Orsini; capo dir. d’Orch. Nicolò De Giovanni.
Per concludere questa appassionante e non facile ricerca, possiamo leggere la seconda pagina di una
lettera di interesse marcatamente storico-musicale, con la quale l’impresario teatrale Vincenzo
Iacovacci, proprietario e gestore del Teatro Apollo di Roma, fece la sua proposta vincente per
aggiudicarsi l’appalto degli spettacoli teatrali per intrattenere il pubblico durante la fiera di
Senigallia del 21 luglio 1844.
In risposta alla comunicazione del gonfaloniere Gabriele Mastai, fratello maggiore del card.
Giovanni Maria Mastai Ferretti, arcivescovo di Imola e dal 1846 papa con il nome Pio IX,
l’impresario chiariva in buona sostanza il suo programma. Tra gli spettacoli che accompagnavano il
contratto rientravano gli intrattenimenti di varietà che si svolgevano durante il giorno con esibizioni
di giocolieri, saltimbanchi, funamboli o esibizioni equestri; la sera, dopo l’opera, si svolgevano gli
spettacoli di danza con primi ballerini scelti tra i più famosi dell’epoca. La serata si concludeva con
il ballo pubblico introdotto da un piccolo spettacolo mimico «alla francese» per invitare i presenti a
partecipare alle danze. Naturalmente, il clou era riservato all’opera melodrammatica. Quell’anno si
intendeva rappresentare il Nabucco di Giuseppe Verdi e l’impresario proponeva come primadonna
la soprano senigalliese Giulia Micciarelli Sbriscia, purché fosse risultata di soddisfazione alla
Deputazione del teatro, «prima di proporre altre artiste con cui era in contatto». La Deputazione del
teatro acconsentì con piacere.
Fu l’ultima volta di Giulia cantante, come un ritorno a casa, dopo tanti allori, per raccogliere i più
riconoscenti. Le acque sulfuree di cui non abbiamo parlato e le belle lettere come un’appendice.
Una cornice di amore patrio e di giusto valore delle cose.
Note bibliografiche
I G. Radiciotti, Teatro Musica e Musicisti in Senigallia, ristampa anastatica dell’edizione del 1893, Arnaldo Forni Editore, Bologna 1997, p. 136.
II C. Nicolò, Percorsi nella storia di Semiramide: dal primo allestimento alla Rossini Renaissance, tesi in dottorato di ricerca in Scienze del Testo Letterario e Musicale, XXXI Ciclo, Università degli Studi di Pavia, a.a. 2018-2019.
III C. Nicolò, Percorsi nella Storia di Semiramide cit., pp. 195, 198, 199, 206 e 208.
IV C. Nicolò, Percorsi nella Storia di Semiramide cit., pp. 9-14.
V Teatri – Giornale drammatico, musicale e coreografico, Tomo II, parte I, dalla Tipografia del Dottor Giulio Ferrari, Milano 1828.
VI Glissons, N’Appuyons Pas – Giornale di Scienze, Lettere, Varietà, Mode e Teatri cit., Anno Settimo, n.19, Da Giovanni Messaggi Tipografo, Litografo e Librajo, Milano, 4 marzo 1840, p. 76
VII Glissons, N’Appuyons Pas – Giornale di Scienze, Lettere, Varietà, Mode e Teatri cit., Anno Settimo n. 50, 20 giugno 1840, p. 200.
VIII Glissons, N’Appuyons Pas – Giornale di Scienze, Lettere, Varietà, Mode e Teatri cit., Anno Settimo, n. 53, 1o luglio 1840, p. 212.
IX P. Molini, P. Peretti, Verdi e le Marche, una ricerca piena di sorprese, Andrea Livi editore, Fermo 2017, p. 43.
X P. Molini, P. Peretti, Verdi e le Marche, una ricerca piena di sorprese, cit., pp. 99-100.
XI Da approfondite ricerche non risulta che Giulia Micciarelli abbia calcato altri palcoscenici dopo il 6 agosto 1844.