Aspirina: il farmaco più vecchio, più conosciuto, più studiato, più prescritto. In tutto il mondo si calcola un consumo annuo di circa 180 milioni di compresse di aspirina. Prezioso antidolorifico e antifebbrile, negli ultimi anni i medici hanno cominciato ad usarlo per la prevenzione di infarti e ictus. Molta gente lo usa come un cosmetico senza consultare il cardiologo e nemmeno il medico di famiglia.
In realtà vanno distinti tre tipi di prodotti farmaceutici: Aspirina, Cardioaspirina e Aspirinetta. Il principio attivo è lo stesso, l’acido acetilsalicilico (ASA), ma a seconda della formulazione può essere usato in contesti diversi. La Cardioaspirina e l’Aspirinetta hanno lo stesso dosaggio (100 mg) ma la Cardioaspirina siccome va presa per tutta la vita è anche tamponata ossia contiene sostanze che riducono il danno sulle mucose gastriche.
L’Aspirina in formulazione classica contiene invece 500 mg di ASA ed è a pronto rilascio. Va utilizzata solo occasionalmente contro dolori, raffreddore e sindromi influenzali. Ma in tutto il mondo – Italia compresa – molte persone in buona salute, quando hanno superato i 50 anni, assumono la Cardioaspirina in maniera continuativa nella speranza che questa pratica scongiuri l’insorgenza di un infarto o di un ictus. Bella fregata. Tutti gli studi clinici condotti fino ad oggi non lo confermano. Anzi, non si è mai registrata una riduzione della mortalità globale, né tanto meno del numero degli ictus e degli infarti. In compenso si è registrato un notevole aumento delle patologie gastriche fino alla emorragia digestiva, grave complicanza iatrogena che richiede comunque un ricovero ospedaliero.
Nessuna incertezza invece per quanto riguarda l’uso della Cardipaspirina in chi ha avuto già l’infarto o l’ictus. In questi casi le sue proprietà antiaggreganti piastriniche permettono di mantenere il sangue fluido e di contrastare la formazione di nuovi trombi nelle coronarie e nelle arterie cerebrali. Gli studi scientifici in questo caso hanno mostrato una notevole riduzione delle probabilità di incorrere in un secondo ictus o in un secondo infarto. E il rapporto rischio beneficio è sempre favorevole. In chi ha avuto precedenti emorragie digestive o soffre di ulcera è bene associare un farmaco che protegga la mucosa dello stomaco dagli insulti dell’ASA, il cosiddetto gastroprotettore. L’infarto e l’ictus sono certamente seri problemi di salute pubblica e allo stato attuale delle conoscenze non basta assumere acido acetilsalicilico.
Per ridurre il rischio di un nuovo attacco cardiaco occorre migliorare lo stile di vita, abolire il fumo, fare attività fisica riducendo il peso corporeo e la pressione arteriosa se eccessivamente elevata.
dott. Raniero Mancini