L’horror splatter diretto da Andrea De Sica è una romantica lotta di sopravvivenza
Horror, gothic, splatter ma soprattutto “un nerissimo romanzo di formazione travestito da thriller romantico che segna il passaggio dall’età dell’innocenza a quella dell’esperienza”, almeno come vuole definirlo il regista Andrea De Sica, alla sua seconda prova nel lungometraggio di finzione. Dopo I figli della notte del 2017, infatti, Non mi uccidere compie un’entrata a gamba tesa nell’universo dei generi, ben mescolati, ma dove la predominanza dark segna ormai l’evidente predisposizione del cineasta romano a narrare il lato oscuro dell’esistente, specie in quello degli adolescenti, la sua fascia generazionale finora prediletta. Interpretato con intensità dalla giovanissima Alice Pagani – che De Sica aveva già “sperimentato” nel cast della serie tv Netflix Baby – nei panni della protagonista Mirta, da Rocco Fasano nel ruolo di Robin, dalla talentuosa performer Silvia Calderoni come Sara e dalla star di Suburra Giacomo Ferrara nel delicato personaggio di Ago, Non mi uccidere nasce dall’omonimo romanzo di Chiara Palazzolo del 2005, i cui diritti per una stesura in sceneggiatura furono acquisiti anni fa da Gianni Romoli, desideroso di tornare all’horror dopo l’esperienza di Dellamorte Dellamore del 1994. “Ne ho scritte diverse stesure ma il la mi è arrivato anni dopo grazie all’incontro con Andrea e con il collettivo GRAMS*: insieme abbiamo scritto la sceneggiatura definitiva che poi ha preso la forma visionaria grazie allo sguardo di De Sica”.
Il film è di fatto una lotta di sopravvivenza rispetto al diventare grandi, una sfida alla purezza della tenera età, e questo al di là degli elementi del soprannaturale incarnati da cadaveri che però risorgono nella forma di Sopramorti, persone uccise violentemente che diventano una sorta di mix tra zombie, vampiri e lupi mannari, destinati alla protezione dei viventi che tale protezione devono meritarsela. A seguito della sua dipartita insieme al fidanzato Robin per overdose, Mirta diventa una di loro assumendo il nome di Luna. Deve imparare a cavarsela dentro al suo nuovo corpo, affamato di carne umana ancora vivente, assediato dalla caccia da parte dei Benandanti, una specie di cacciatori di streghe e di altre creature venute dal mistero.
Con le musiche composte dallo stesso regista che, non dimentichiamo, è figlio del musicista Manuel De Sica a sua volta primogenito del grande Vittorio (“mi trovo bene a scrivere un film pensando già in termini musicali, e amo girare con la musica, in futuro vorrei fare un film con sola musica”), Non mi uccidere cavalca il punto di vista femminile così come si posiziona su filone romantico-gotico della saga Twilight, benché il suo regista ne neghi ogni influenza: “Non ci siamo mai dati Twilight come riferimento perché il romanzo della Palazzolo già al centro la storia d’amore, e peraltro precedeva il primo film della saga. Ritengo inoltre che il nostro lavoro voglia fare esattamente l’opposto dell’operazione Twilight, che è un melò travestito da horror”. Indubbiamente ambiziosa, questa favola nera molto pop e di certo attraente per il pubblico coetaneo ai suoi protagonisti, accentua le nuove tendenze “di genere” del cinema italiano, anche se rivela meno originalità di quanto possa sembrare in apparenza, siglando dunque un piccolo passo indietro rispetto al notevolissimo I figli della notte. Non mi uccidere sarà dal 21 aprile disponibile su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e su Sky Primafila e Mediaset Play Infinity.
di Anna Maria Pasetti, www.ilfattoquotidiano.it