Leonardo da Vinci visitò Senigallia
di Leonardo Badioli
Adesso possiamo dirlo con argomenti: Leonardo visitò Senigallia e concepì sistemi per migliorare la difesa della Rocca. Era da sempre noto il viaggio da lui compiuto verso la fine del 1502 su incarico di Cesare Borgia detto il Valentino, allo scopo di visitare i bastioni, i canali e le altre fortificazioni delle città appena conquistate e suggerire possibili miglioramenti. Una lettura attenta del Manoscritto L, un quadernetto nel quale il mancino di Vinci appuntava pensieri e progetti, consente ad Amelio Fara, allievo di Cesare Brandi e studioso di architettura militare dell’età moderna, di conoscere l’idea: inondazione difensiva della Rocca (in quei giorni non più Roveresca) da ottenersi ampliandone il fossato.
«L’identificazione nelle carte 29 e 30 del Manoscritto L dell’inondazione leonardiana intorno alla Rocca – scrive Fara – si fonda su considerazioni topografiche e dimensionali. Inequivocabile il riferimento al contesto idrologico senigalliese delimitato da due corsi d’acqua che scorrono parallelamente a una certa distanza: il fiume Misa e il rio La Penna.»
In particolare la carta 30r ne reca traccia mostra una soluzione «probabilmente discussa in dettaglio da Leonardo con il duca Cesare. La ricerca di un ponte a sostegno [dell’acqua] che avrebbe alimentato con la sua platea l’inondazione del bacino scavato intorno alla rocca stessa, giustifica nel margine superiore della carta capovolta il disegno tecnico leonardiano della variazione della sezione nel corso d’acqua.»
La caduta del Valentino non consente la realizzazione dell’opera, della quale si troverà invece traccia in due riprese posteriori: quella di Francesco Maria II della Rovere con Muzio Oddi tra il 1596 e il 1599 e l’altra con Giovan Battista Arcangeli tra Cinque e Seicento.
Amelio Fara, Senigallia. La rocca prima e dopo Leonardo, Edizioni Polistampa per Leonardo Libri s.r.l., Firenze, 2021