L’enorme pala d’altare nella chiesa di Fermo
Colpisce per le dimensioni (tre metri per due), la vivacità del colore e l’intensità emotiva la pala d’altare dipinta a Roma da Pietro Paolo Rubens (1577 – 1640) nel 1608, quando stava per ritornare ad Anversa.
Negli otto anni trascorsi in Italia era venuto a contatto con l’arte di Tiziano, Caravaggio, Correggio, coltivando la sua formazione di umanista. Si riconoscono nel dipinto il colore forte di Tiziano, i contrasti chiaro-scurali di Caravaggio, l’influenza della Notte di Correggio, di cui ricalca quasi alla lettera la composizione, con la luce accecante che irradia dal Bambino, il pastore anziano che si copre gli occhi con la mano, la donna con il cesto, il turbinio degli angeli. La tavola riassume la poetica di Rubens e anticipa i primi segnali del barocco, che in poco tempo si sarebbe diffuso in tutte le regioni italiane. Eseguita in tre mesi e conservata nella chiesa di Fermo dedicata a Filippo Neri, fu riscoperta e identificata come La notte da Roberto Longhi nel 1927.