Omaggio al fotografo che amava il mondo
Mario Dondero elesse le Marche come sua patria
Oggi, Venerdì 26 gennaio, alle ore 17,30 a Palazzetto Baviera, si tiene il secondo appuntamento del ciclo di incontri sulla fotografia “All’Ombra del Reale”, organizzato dal Comune di Senigallia in collaborazione con “Sena Nova”, Gruppo fotografico “Primo Piano” e “Focus”.
Titolo dell’incontro è “La realtà disingannata”, omaggio a uno dei massimi fotografi italiani, Mario Dondero (Milano 1928 – Petritoli 2015), che elesse le Marche, dopo una vita di autentico nomadismo, a sua patria di elezione. Parigi, Milano, Roma sono stati di volta in volta il set di un fotografo che ha voluto essere semplicemente testimone del suo tempo come reporter di guerra, di grandi avvenimenti sociali e politici (è stato il primo a documentare la caduta del Muro di Berlino) così come il ritrattista di figure della politica e della cultura, da Kennedy a Mitterrand, da Samuel Beckett a Jean-Paul Sartre.
Un fotografo, Mario Dondero, che di sé ha dichiarato: “ La curiosità verso gli altri è la molla che mi ha sempre guidato: penso che un bravo fotografo debba possedere una buona cultura generale, leggere tanto, informarsi il più possibile, ma la cosa davvero importante, quella senza la quale tutto il resto vale poco, è che deve amare il mondo. Il fotografo a cui fin dall’inizio ho cercato di ispirarmi, Robert Capa, è sempre riuscito a inserire nelle sue immagini una grande tenerezza, un senso di profonda umanità per le persone che ritraeva”.
A ricordarlo, a Senigallia, è il critico letterario Massimo Raffaeli *.
Ad aprire l’incontro sarà Aristide Salvalai, uno dei maestri, con Ferruccio Ferroni e Mario Giacomelli, presenti alla mostra “La realtà ingannata” (Senigallia, Palazzo del Duca, prorogata fino all’11 febbraio) di cui il ciclo di conferenze “All’Ombra del Reale” rappresenta un sussidio e insieme un approfondimento.
* Filologo e critico letterario, scrive di letteratura e di calcio, entrambe passioni della sua vita. Collabora con quotidiani fra cui il manifesto e La Stampa e con riviste e periodici quali Alias, Lo Straniero, Il caffè illustrato, Nuovi Argomenti, Tuttolibri. Ha curato l’opera di autori italiani (Carlo Betocchi, Alberto Savinio, Massimo Ferretti, Primo Levi) e ha tradotto dal francese Émile Zola, Louis-Ferdinand Céline, René Crevel, Jean Genet, Tony Duvert. La sua produzione, che comprende in buona parte lavori su Franco Fortini e Paolo Volponi, è raccolta in diversi volumi. Fa parte del comitato scientifico de L’ospite ingrato.[1] Dal 2011 collabora con il programma di Rai Radio 3 “Wikiradio” per il quale racconta monografie di scrittori, letterati, artisti. Nel 2012 vince il Premio Brancati per la saggistica per il suo con Bande à part.