Sessant’anni fa la tragedia di Marcinelle
Morirono anche dodici minatori marchigiani
Sessantanni dopo per non dimenticare. Il disastro di Marcinelle, dove persero la vita dodici minatori marchigiani è ancora molto vivo nella memoria e sabato Primo Ottobre, a Bellisio Solfare nel Comune di Pergola e a Cabernardi nel Comune di Sassoferrato si è svolta una cerimonia commemorativa promossa e organizzata dalla Regione Marche e dalla Federazione regionale dei Maestri del lavoro.
Due luoghi simbolo scelti per il ricordo del sacrificio di quei minatori attraverso una targa: la raffineria di zolfo a Bellisio Solfare, presso la ex scuola elementare e a Cabernardi nel sito di quella che era la più grande miniera di zolfo d’Europa e ora unico Parco archeominerario della regione, da poco recuperato alla fruibilità.
“Perpetuare il ricordo di quella tragedia – ha affermato il presidente della Regione , Luca Ceriscioli – e trasmetterlo alle nuove generazioni significa non vanificare il sacrificio di quelle vittime , anzi rendere loro onore affermando i valori della sicurezza e della dignità del lavoro, perché siano monito ma anche responsabilità per tutti a garantire condizioni di sicurezza e a pretenderle. Il ricordo dell’8 agosto 1956 e dell’incendio di Marcinelle è rimasto molto saldo nella memoria collettiva marchigiana, forse molto più di altri eventi tragici. Erano anni lontani e difficili del dopoguerra e in tanti partivano per andare a lavorare all’estero, per sostenere le loro famiglie e dare un futuro alla Nazione. Ecco allora che questo ricordo ancora forte diventa un buon punto di vista per ragionare e riflettere sulla sicurezza del lavoro. Quella tragedia ha lasciato nella nostra sensibilità e nella nostra cultura un segno indelebile. Probabilmente da questo episodio drammatico si è cominciato a prendere consapevolezza delle condizioni lavorative e si è poi sviluppato un impegno collettivo a regolamentarne la sicurezza perché nulla di simile potesse più accadere. Segno di maggior gratitudine verso quelle vittime è creare momenti come quello di oggi in cui si possa continuare a riflettere su questi valori”
“Allora – ha concluso il Presidente – anche una semplice targa su un muro che serva a muovere la curiosità di un ragazzo a chiedere cosa successe a Marcinelle significa formare le coscienze per costruire una società migliore”.
L’8 agosto 1956, in una vecchia miniera di carbone, il Bois de Caziers, di Marcinelle (Charleroi), per un incendio morirono 262 minatori. 136 erano emigrati italiani. Di essi 12 erano marchigiani.
Nell’immediato secondo dopo guerra moltissimi italiani emigrarono in Belgio per andare a lavorare nelle miniere di carbone in virtù di un accordo italo-belga per barattare carbone con manodopera. Ben 50.000 italiani emigrarono per andare a svolgere un lavoro durissimo, mettendo a rischio la vita.
Oltre alle vittime di Marcinelle tantissimi furono i lavoratori che morirono in miniera, per crolli o per esplosioni, o si ammalarono gravemente, i più di silicosi.
Non va mai dimenticato che la ripresa economica dell’Italia allora fu possibile grazie anche al sacrificio di questi 50.000 italiani.
Nello stesso anno della tragedia di Marcinelle, 1956, il regista Gillo Pontecorvo gira un cortometraggio. Il film documenta la dura lotta che i lavoratori della miniera di zolfo di Cabernardi di Sassoferrato (An) intrapresero contro la decisione di chiusura dell’impianto.
quanti sacrifici questi uomini!