dal diario di Domitilla

 

 

Mauro Falcioni

Dal diario di Domitilla

Venturaedizioni

11 euro

http://www.venturaedizioni.it/

Reperibile in libreria, su ibs.it

 

 

 

Siamo nel 1862, ad appena un anno dall’unità d’Italia. La capitale è ancora Torino, ma già si pensa di spostarla a Firenze. Senigallia, il cui più illustre figlio governa ciò che resta dello Stato pontificio col nome di Pio IX, deve fare i conti con la crisi irreversibile della grande fiera franca, che ha garantito il benessere della città per secoli e continua a definirne l’identità. In città tutti sono convinti che, senza la fiera, Senigallia sarà destinata a un rapido declino. In realtà proprio in quegli anni sta nascendo una nuova industria, quella dei bagni, di cui solo pochi visionari intravedono le straordinarie potenzialità.

Una giovane fanciulla, Domitilla, annota giorno per giorno nel suo diario quanto accade attorno a lei e diviene così un’attenta quanto involontaria testimone del clima dell’epoca, avvelenato anche dalle beghe per la collocazione del nuovo cimitero cittadino. Quello del 1862 sembra, nonostante tutto, uno splendido agosto, in cui l’eco lontana dei sommovimenti politici nazionali e le ansie per le difficoltà economiche cittadine sfumano come per incanto sotto il sole cocente, svaniscono durante le passeggiate sulla spiaggia e nei rinfreschi pomeridiani a base di sorbetto.

Degli eventi terribili, però, trasformeranno l’estate in un batter di ciglio, e in modo irreversibile, in un autentico incubo. Domitilla dovrà mettersi in gioco senza riserve e, cercando di salvare il salvabile, sarà costretta a sfidare la sorte dando fondo al suo acume e alla sua scaltrezza.

 

Abbiamo contattato su Skype l’autore di questo intrigante giallo scritto con una lingua “difficile da dimenticare”, Mauro Falcioni, nato e cresciuto a Fabriano, ma residente ormai da molti anni in Germania.

La storia è ambientata proprio in questo periodo, nell’ultimo scorcio dell’estate…

Sì, il libro si apre con gli appunti di Domitilla risalenti al 16 agosto. Quel giorno Domitilla ha l’ennesimo scontro, il più aspro di tutti, con Châtelet, l’inquietante terapeuta che da qualche settimana è ospite nella villa di famiglia, sulle prime colline a ridosso del litorale. Domitilla è un’indomita sostenitrice del metodo scientifico, Châtelet, invece, pratica le terapie mesmeriche.

Vale a dire, l’ipnosi.

Esatto. Il nostro Châtelet sembra disporre di poteri sovrumani. Ritrovarselo come nemico giurato non è certo quanto di meglio possa accadere a Domitilla.

Ecco, parliamo di Domitilla, la protagonista. Chi è Domitilla? 

È una giovanissima ragazza, di appena 17 anni, molto intelligente e terribilmente curiosa. Domitilla è anche piuttosto sfacciata e un abbastanza presuntuosa. Risponde male alla madre, critica il padre, mette in dubbio ogni cosa, contesta l’autorità costituita. Insomma: una ragazza di 17 anni. Domitilla, comunque, ha soprattutto un grande desiderio: seguire sua zia Caterina a Roma per dedicarsi, come lei, all’astronomia. Pur di poter esplorare il firmamento nell’osservatorio romano sarebbe disposta ad accettare ogni sacrificio.

I drammatici eventi legati al soggiorno di Châtelet, però, sconvolgono i suoi piani.

Purtroppo sì. Quando gli ospiti della villa si troveranno di fronte a un cadavere, Domitilla, suo malgrado, comincerà a indagare. Ben presto e dolorosamente capirà che scoprire cosa è veramente accaduto non significa affatto sapere anche come ci si debba comportare. Né significa sapere con certezza chi siano i propri alleati. Se poi ci si mette di mezzo anche l’amore, la situazione si fa veramente complessa. Anzi, a ben vedere, senza via d’uscita.

Quasi tutti i personaggi hanno un segreto da tenere ben nascosto.

È vero. Ma alcuni hanno molto da rimproverarsi, altri no. Alcuni custodiscono gelosamente le origini oscure del proprio benessere, o le proprie trame di vendetta, o i propri fallimenti. Altri, invece, sono costretti a nascondere i propri sentimenti in un modo che oggi per fortuna, mi sembra di poter dire, non è più necessario.

 

 

 

 

L’autore del libro, Mauro Falcioni,  è nato a Fabriano nel 1968 e vive da più di venti anni in Germania. Nel 2013 ha vinto la 40a edizione del Mystfest, Gran Giallo città di Cattolica (La fine del mondo, Giallo Mondadori 3095). Nel 2014 è uscito il suo racconto Finanche quasi nell’antologia “I sei migliori colpi”, Ancona.

 

 

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