Una ruspa anti rom nel “Flauto magico”
allestimento provocatorio per la regia di Graham Vick
Ascoltarlo per una volta cantato in italiano, capendo ogni parola e ogni battuta, è già una buona ragione per non perdere questo Flauto magico, che ha aperto il Festival di Macerata ed è in replica allo Sferisterio fino a domenica 12 agosto, direttore Daniel Cohen. Graham Vick, regista anarchico e geniale, si è divertito a evocare lo spirito originario dello Singspiel, regalando all’opera più esoterica di Mozart un allestimento provocatorio. A cominciare dalle tre porte iniziatiche trasformate in altrettanti totem del potere di oggi: finanza, tecnologia, religione. E se il serpentone che insegue Tamino diventa una ruspa gialla che semina terrore in un campo rom, Papageno è vestito da pollo, fattorino di pollo fritto, e la Regina della Notte canta la sua furia in impermeabile da manager. Infine, un coro di cento cittadini, metà dei quali immigrati, commenta l’azione e invita il pubblico a cantare. Come forse accadeva ai tempi di Mozart.
Giuseppina Manin