di Giulio Moraca, filosofo

Il libro di Leonardo Badioli si presenta al di fuori di ogni schematismo. Non è, infatti, un romanzo, non una raccolta di racconti, né un saggio sistematico, bensì una narrazione in una bellissima prosa, che in molte pagine si  “transmuta”  in poesia. L’autore conosce molto bene la propria terra, con il suo mare, la spiaggia, le colline, che fanno da sfondo suggestivo al nostro Adriatico. Le sue descrizioni, oltre che vivide, sono molto precise e dettagliate, dettate da una forte impronta culturale di tipo ambientalistico. Il concetto di “limite” si rivela, infatti, cruciale, in quanto costituisce la linea consentita dalla natura. Spingersi oltre potrebbe essere pericoloso sul piano ecologico. L’opera di Leonardo è densa di conoscenze scientifiche e tecniche, che spaziano dal settore naturalistico, con la sua fauna e flora, all’architettura, alla costruzione delle imbarcazioni, ai dialetti delle genti locali, alla storia del territorio, fino alla “immersione” nel mondo marinaro e contadino. Il mare è analizzato con le categorie rigorose della scienza, ma soprattutto  amato, vissuto, sentito in maniera vitale, con tutta la sua preziosa biodiversità. Vividi sono i ricordi di un passato che ha segnato le nostre esistenze. Volti di uomini e donne, gente di mare e di campagna, artigiani, pescatori,  contadini, artisti, professori e intellettuali vengono rievocati alla memoria. Tutti importanti e degni di rispetto e ammirazione, capaci di dare un’impronta indelebile al nostro territorio. La mente lucida, acuta e intuitiva  dell’autore da un apparente oblio li riporta alla vita, in lampeggiamenti di nostalgia per un tempo che fu. Talvolta si avverte una lieve e dolce malinconia, lontana da ogni amarezza e tristezza, per un mondo naturale e semplice, laborioso e dignitoso nelle sue durezze e difficoltà, che più non esiste. Sono anche ricordate le illusioni e le utopie giovanili e generazionali del secolo breve, rovesciatesi in illusioni e distopie. La narrazione è vivacizzata dal “dialogo” con il proprio cane, compagno fedele e simpatico nelle lunghe e bellissime passeggiate sulla spiaggia. Il testo non manca di implicazioni filosofiche. La Natura è da intendersi nel senso del  “panenteismo”  di Spinoza. Tutte le cose sono da sempre nell’Assoluto, si tratta di prenderne consapevolezza. Di qui la sacralità degli elementi naturali. Il filosofo tedesco  Gadamer  affermava che la costa marchigiana, soprattutto nel mese di marzo, ha qualcosa di magico. Leonardo ci introduce in questa magia. Con sensibilità e delicatezza il lettore è invitato ad ascoltare il silenzio e la musica del mare.  La passeggiata è un percorso nella propria interiorità. “Il mare di sopra”, con riferimento ad un altro grande filosofo tedesco, Heidegger,  assurge a simbolo dell’Essere. Non a caso la nostra regione rievoca la poesia di Leopardi e dell’Infinito  …  

Leonardo Badioli

Il mare di sopra / passaggi sul limite dell’Adriatico

ed. Il Mazzocchio, 2024

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