A Palazzo Pianetti di Jesi
“La bellezza prima di essere fuori è dentro il nostro cuore”. Scrive così il fotografo Emanuele Scorcelletti (1964) nella presentazione del suo più recente lavoro fotografico dedicato alle Marche. Marchigiano di origine ma vissuto sin da bambino tra Lussemburgo e Francia, Emanuele Scorcelletti ritorna alle emozioni e ai sentimenti che permeano e scaturiscono dai territori originari della sua infanzia, dalle sue radici, attraverso immagini in bianco e nero. Elegia fantastica diventa una mostra – curata da Cyril Drouhet, direttore della fotografia di “Le Figaro Magazine”, a Palazzo Pianetti di Jesi aperta fino al 4 settembre – e un libro di grandi suggestioni verso i luoghi della sua inafanzia (elegiafantastica.it).
Ricordi e visioni, esperienze, sentimento e gratitudine emergono da queste immagini che segnano il forte legame con le origini. Scorcelletti, noto per gli scatti dedicati alle star del cinema e alla moda, con questo suo progetto (un centinaio le fotografie in mostra) getta le basi per un nuovo linguaggio artistico. Boschi, spiagge, piccoli paesi, luoghi senza tempo, vengono rivisti a distanza di tempo con altri occhi che si ispirano alla perfezione geometrica di grandi maestri come Cartier-Bresson e Giacomelli.
“Lo sguardo di Emanuele Scorcelletti, noto per aver catturato il lato umano delle star del cinema e della moda, in questo nuovo lavoro si è evoluto. Come in un viaggio evanescente, in una nostalgica atemporalità, forme spettrali e leggere si evolvono in città cristallizzate dagli anni, in luoghi sacri preservati da una fede millenaria, in un mondo rurale risparmiato dalla frenesia del modernismo. Immagini in movimento che svelano un lavoro onirico come un’ode all’Italia eterna, come una poesia sussurrata alle ferite della vita in cui galleggia un certo profumo di innocenza” (Cyril Drouhet, curatore della mostra)
Fabrizio Villa