La sua affascinante figura celebrata a Jesi
“Tina Modotti, sorella non dormi, no, non dormi:/forse il tuo cuore sente crescere la rosa/ di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa./ Riposa dolcemente sorella”. Con questi versi Pablo Neruda onorò e difese la memoria della grande fotografa: l’incipit della poesia è inciso sulla sua tomba nel Pantheon de Dolores a Città del Messico, dove la Modotti si spense nel 1942.
Nata a Udine nel 1896, Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini divenne una delle più famose fotografe della prima metà del Novecento e visse una vita da attivista comunista che la portò in Spagna e in Messico, dove nel 1929 fu ucciso davanti ai suoi occhi il suo compagno Julio Antonio Mella.
A questa affascinante figura di donna che fu anche attrice (in basso: nel ruolo di Maria de la Guardia nel film Tiger’s Coat, 1920) è dedicata la mostra Tina Modotti fotografa e rivoluzionaria, aperta nella rinascimentale sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi fino al 1 settembre (fondazionecrj.it), in cui sono esposte sessanta fotografie che raccontano in sei tappe i luoghi, le immagini, gli amici, gli amanti che caratterizzarono il percorso biografico e artistico di Tina: comunista, attivista, attrice e (soprattutto) fotografa.