Tra un busso, ribusso, punto e lungo, una primiera e una briscoletta, alle volte esce, dalle bocche dei frequentatori di bar, filosofia d’alto contenuto. Forse serve un traduttore, ma il popolo che vive il bar come un casalingo talk show a 360°: cronaca, sentimento, varietà, informazione, con opinionisti per raccontare storie, emozioni, stati d’animo… ci mette cuore e spirito critico. L’abbandono della forma catodica verso l’amplesso con la sostanza verace. Insomma, come passare dal catodo all’anodo; con un solo dubbio: Camminiamo ancora su due zampe? Gli ultimi sondaggi ci danno per spacciati. La direzione è quella regressiva del ritorno alle quattro zampe, sul tipo della pecora. L’altro problema che emerge è che siamo tante pecore senza pastore. Ne vogliamo parlare?
Adesso vi butto lì la chiave di lettura dell’articolo e ditemi se non è vero quello che dice Tony Pagoda! “Perchè palese come la merda, mai sollecitare la stupidità della gente, ne esce fuori una logica inoppugnabile, intelligente, che ti mette nella merda alta. L’ineluttabilità dei passaggi elementari. Tutta una retorica assai imbarazzante.” Pare proprio che il nostro talk show domestico possa essere attendibile e se lo dice Tony ci crediamo. E subito vengo interrotto nei miei ragionamenti da una riflessione che ascolto di malavoglia. – Te non poi e non potrai mai avecce ‘na macchina da 30.000€. Non c’hai i soldi adesso e ammesso che gliela fai a metteli da parte, dopo, te manca quelli pe mantenella. Se tu padre c’ha ‘na punto, al massimo te te poi fa’ ‘na panda! -. Vi assicuro che neanche Verga sarebbe riuscito a discorrere più semplicemente della mancanza di mobilità sociale oggi. Oggi e nel 1881. Chiaramente è spesso poco illuminato ciò che viene detto, tipo quello che mi fa – la gente non se magna i libri -, ma anche lui ha un autore di riferimento che l’08/10/10 dice: “la gente non mangia cultura”. (Tremonti). Deciso che il mio futuro non è fatto di carta e penna, o palmare, touchscreen, notebook… chiederanno le mie dimissioni da scrittore continuativo in cerca di tessera da giornalista, semplicemente per non farmi vivere il dispiacere di non arrivare da nessuna parte. Questo è chiaro. Non vogliono che mi dispiaccia, ma io ci godo ad addolorarmi, soprattutto quando sento da un settantenne che senza internet “‘n se va ‘n velle” (non si va da nessuna parte). Cosa devo fare? Dovrei dirgli: – Caro zio, hai più di 70 anni, questa sfida non fa per te. Abbandonala prima che ti crei un dispiacere. ‘N te porta ‘n velle sapè usà internet! – Mi dimetto io e chiedo le dimissioni di mio zio, oppure mi diverto e chiedo le dimissioni di mio zio, senza rassegnare le mie, oppure ancora non consegno le dimissioni io e non le chiedo neanche a mio zio?
Università italiana. La Gelmini vuole aiutare la ricerca: provate a rifare tutto il percorso all’indietro (dall’elenco di battute che Corrado Guzzanti ha presentato a “Vieni via con me”). Dove stiamo andando?
Compiti per casa. Ascoltatevi “io non mi sento italiano” di Gaber e leggetevi “hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino. E dato che io non faccio informazione: informatevi!