L’Italia non è un paese come la Germania e la Scandinavia. L’Italia è l’Italia. Una democrazia solo sulla carta, anche se è la più bella del mondo. In realtà è un regime quasi sgangherato dove ognuno fa quello che gli pare e piace, infischiandosi di veti e divieti. Nessuno vuole rendere conto a nessuno perché nessuno può ficcare il naso nelle sue faccende personali. Siamo degli anarchici tolleranti o intolleranti a seconda della convenienza. Siamo vissuti e viviamo furbescamente di espedienti.
Parte di noi, siamo dei maestri in tante cose, nell’arte, nella moda, nel melodramma, nella cucina. Purtroppo per colpa di una parte di questa Italia abbiamo una delle peggiori burocrazie del mondo, che esercita un controllo così ottuso che i cittadini trovano facilmente la via di scampo. Anche perché se non la trovano, soccombono. Agli italiani piace vivere lamentandosi di tutto, a cominciare dai partiti politici e dalle istituzioni, dei lacci e laccioli di una pubblica amministrazione che ha un cavillo per tutte le soluzioni. A proposito dei partiti, osservate la sinistra italiana che circa dal 1968 in poi, parte di essa, a mio modesto avviso, “è falsa”. Poiché oltre un terzo del suo elettorato votò un secco no al Referendum Istituzionale, impedendo al nostro paese di fare quel passo in avanti urgente e necessario. Conquiste come il taglio della spesa pubblica, una politica contro gli sprechi e una lotta come la corruzione, una conquista di uno spazio sulla equità del reddito. Viviamo alla giornata e tiriamo a campare. Finché la barca va, andiamo anche noi, senza chiedergli dov’è diretta. Ci mettiamo nella sua scia, e che Dio ce la mandi buona.
A mio parere suggerisco il contrario. Perché la storia ci insegna che l’unità d’Italia è stata fatta da una parte di italiani, la borghesia illuminata ha contribuito maggiormente all’unità del nostro paese. Certo la classe operaia e i contadini non erano in grado di partecipare a questa grande epopea, per motivi storici. Al nizzardo, icona del Risorgimento va gran parte, il merito. Così poi la sinistra e il mondo cattolico insieme hanno scritto un’altra bella pagina per l’Italia: la resistenza. Oggi questa minoranza di italiani non crede di cambiare l’Italia, il che non è possibile per vari motivi, però è possibile migliorare il nostro paese, questo è l’obiettivo per il futuro.
Duilio Marchetti