Quando l’hotel Bagni era ancora un albergo
Una spiaggia elegante e riservata. Veniva Wanda Osiris e nessuno le faceva caso. Quando l’Hotel Bagni di Senigallia era ancora un albergo. Camerieri in guanti bianchi servivano Martini ai clienti sotto l’ombrellone. La nostra spiaggia non fu mai più così elegante
La città aveva raggiunto il suo culmine negli anni cinquanta: loisirs e una spiaggia raffinata, frequentata al meglio. Ci veniva Wanda Osiris per farsi le cure di bellezza, là sotto dove poi hanno fatto il Billy Club e c’è adesso la Terrazza Marconi. Il bello è che nessuno le faceva caso. Mary Kane era sorella di latte del conte Bosdari. Guidava la Isotta Fraschini in tuta bianca, perché tu te ne faccia un’idea. Andavamo a far compere al negozio di Elizabeth Arden, e ci davamo del lei, perché questo chiedeva una giusta maniera; del resto l’Hotel Bagni era il crogiuolo della bella società e questi aristocratici di Ancona andavano a finire tutti lì. Cosa vuoi, io ero l’argomento del giorno, ventidue anni, abbronzata, vestivo solo di bianco, di nero e di turchese: i commenti te li lascio immaginare; e Mary Kane mi diceva: «Non vedi? Piaci al conte Bosdari»; ma io non ho mai voluto conoscere nessuno, no no. E il conte Leonardi, anziano, distintissimo signore, conveniva sulla mia riservatezza: «La signora si può vedere al circolo». «Ma io vorrei proporle un lavoro,» mandava a dire lui. Infatti a Roma, al Pincio, con una Cisitalia, una specie di Ferrari, bassa, rossa, ho fatto una serie di fotografie. Allora quel conte Bosdari così ha detto a Mary: «Domanda alla signora se una sera andiamo a cena insieme». Io ho detto: «Mary, io ceno volentieri con il conte, se viene anche lei». Ci viene a prendere – pensa che figura che gli ho fatto fare – Mary s’era messa dietro, con tutto che la macchina era cabriolet, insomma due più due: mi sono messa dietro anch’io. Allora Mary, che era molto etichetta, sottovoce m’ha detto: «Gli facciamo fare proprio l’autista». «Ah no, io davanti non ci vado». Ci ha portate a cena a Villa Sorriso, ai primi tempi che aveva aperto, finita la guerra; abbiamo cenato in silenzio; si ballava anche, ma io non ho voluto, non mi andava, insomma una serata morta. Del resto avevo già una persona, l’unica dalla quale accettavo – perché sì, ce n’erano trecento di giovani e forti che mi corteggiavano – mazzi di fiori, inviti, doni; ma sai, separata dal marito, così giovane, si poteva anche capire. Venivo a Villa Sorriso. Andavo anche alla Rotonda. In spiaggia però no: solo dopo il ’55. Allora io ti posso dire che il Bagni era il crogiuolo. Venivano signore di Milano, mi ricordo anche i nomi, e può darsi che cercando trovi anche le fotografie. Più avanti, negli anni sessanta, avevamo casa qui e l’avevamo a Roma, ma al mare andavamo in Versilia, la spiaggia che negli anni a seguire era venuta di moda; e qui a Senigallia mi fermavo solo tre, quattro giorni. Scendevamo al Bagni. Ho frequentato l’Hotel Bagni, dove venivano i camerieri all’ombrellone, in guanti bianchi, e servivano il cocktail Martini. Più niente si avvicina all’eleganza di quegli anni. Perfino il Martini non è più lo stesso: ne tengo sempre in casa ma mi accorgo, assaggiandolo…
Leonardo Badioli